Roma, 9 lug – “Unione degli studenti”, per gli amici Uds, è stata protagonista di “Salerno antifascista”. Il che andrebbe pure male ma ancora non malissimo. Il secondo stadio si raggiunge quando, come sottolineavamo ieri, il gruppo su Instagram si permette di urlare ai quattro venti che si può uccidere un fascista perché, nel più classico dei modi sinistri e centrosocialari, “non è reato”. Spulciando sul loro sito ufficiale, però, si notano altre cose. Le solite che animano il popolo dei giovani di sinistra di oggi e che lo formano alla più totale inconsistenza: anzitutto ideologica.
Unione degl studenti, gli anticapitalisti di cartone
Si tratta del solito tema, appunto: il ragazzo di sinistra che si crede popolare e addirittura anticapitalista. Scorrendo sulle sue attività poi si notano due cose: nella migliore delle ipotesi sono solo parole, nella peggiore il solito attacco al fascismo senza fascismo. L’Unione degli studenti si autoproclama “in direzione ostinata e contraria”, perché una delle caratteristiche pregnanti del ragazzo di sinistra è di credersi pure anticonformista, nonostante sia grosso modo tutto ciò che conformismo, dalla globalizzazione con relativo mondo senza confini che deve “costruire i ponti e non i muri”, dall’europeismo all’immigrazionismo selvaggio e il multiculturalismo. A parole, il ragazzo di sinistra è “per lo Stato”. Non si capisce come faccia ad esserlo visto che di sforzi per remare contro la gabbia che impedisce – di fatto – la rinascita economica dello Stato, ovvero i parametri di Maastricht, il debito impossibile da pagare e in generale l’Ue, non ne compie alcuno. E così fa l’Uds. Che nel suo documento programmatico relativo all’ultimo Congresso del 2022 non si cura minimamente di contestare l’Ue come impianto anteticamente contrario al “più Stato” di cui farneticano i borghesotti spesso protagonisti delle manifestazioni sui fascisti che si possono uccidere senza violare il codice penale. Al massimo si cita l’impotenza dell’Ue, sulla politica estera e sull’immigrazione, ma si ritiene la sua assenza “inimmaginabile”. Nessun riferimento ai parametri che impediscono di fare spesa pubblica, nessun accenno alla mancanza di una moneta sovrana. Insomma, più Stato, più solidarietà, ma a caso. Generico antiamericanismo sparato lì alla maniera solita del radical chic medio, niente di più.
Più Stato, ma non si sa come
Uno dei punti dello Statuto è addirittura comico: “per un piano di investimenti straordinari a favore dell’edilizia scolastica e delle strutture innovative e tecnologiche”. Domanda: come? Immaginiamo che lor signori abbiano sviluppato il solito pensiero antiborghese e anti-classe media (pur facendone spesso parte, il cortocircuito in effetti è davvero costante e infinito), sintetizzabile nel solito imperativo categorico: “tassiamo”. Ovviamente “i ricchi”, anche se non sono praticamente mai i ricchi – se non a parole, sia chiaro, con quelle si fa tutto – ma per lo più membri di quella classe media che negli ultimi trent’anni è passata da una situazione di benessere molto elevato (o comunque stabile) a una proleratizzazione diffusa. Nella testa del giovane sinistro medio dovremmo tassare tutti i benestanti e la classe media per mantenre strutture gigantesche come la Sanità, la scuola o come il poco che resta dell’impresa pubblica, e magari fondare pure una nuova Iri. Peccato che sia matematicamente impossibile farlo, anche impoverendoci tutti. Le strutture summenzionate, passate e presenti, sono talmente gigantesche che neanche riducendoci tutti sul lastrico si potrebbero mantenere.
Ci vorrebbe la libertà di investimento statale, che è questione molto diversa, dipende dalla possibilità di usufruire di una Banca centrale di cui siamo sprovvisti da praticamente quattro decenni (anche da prima dello scellerato 1992, visto il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro del 1981) e di una moneta vera. Nessuno di questi elementi è presente, ma per i “compagni di carta” non è argomento degno nemmeno di menzione. Del resto i loro mentori sono quegli altri “compagni” della Cgil, gli stessi che si facevano i selfie con Mario Draghi, quindi non c’è da stupirsi. Insomma, cara Uds, quasi quasi comprendiamo perché vi sfogate contro il “fascismo nelle città” e urlate ai fascisti da ammazzare senza commettere reato: non è che la vostra esistenza si declini in molto altro (quanto meno, di fattuale e non parolaio).
Stelio Fergola