Roma, 17 feb – Dopo l’aggressione sono tutti liberi: è l’insolito approccio tenuto nei confronti dei 22 antifascisti che sabato scorso hanno attaccato un banchetto di CasaPound nel centro di Padova. “Insolito” perchè nonostante le testimonianze e le identificazioni e nonostante uno dei militanti di Cp sia ancora ricoverato in Ospedale, sono stati emessi solo 12 fogli di via per degli studenti fuori sede.
Il Pedro si lamenta
Nonostante questo “miracolo” legale in un comunicato il centro sociale Pedro è riuscito a far sentire le sue lamentele, raccolte dal Gazzettino di Padova che senza paura di sembrare fuori luogo ha scritto: «Sono studenti fuori sede, come potranno nutrire legami?». Infatti nello sfogo del centro sociale possiamo trovare le solite tarantelle dell’antifascismo in imbarazzo che grazie ad un giornale riescono a saltare agli occhi della cronaca invece di scivolare nel silenzio che meritano. Non importa se dei trenta aggressori solo ventidue sono finiti in questura, e non importa nemmeno che dopo il fermo disposto a tre di loro per violenza privata aggravata siano tornati in libertà immediatamente: gli antifascisti piangono per la “persecuzione” di dodici studenti che evidentemente non avrebbero dovuto trovarsi lì e che se la sono cavata con un calcio nel sedere. «I conti non quadrano», scrivono alla fine della nota. Proprio vero. I conti non quadrano ma nel rapporto di forze tra aggressori e aggrediti, tra la frattura del pavimento dell’orbita oculare e le poche persone fermate e rimesse subito in giro. I conti non quadrano nemmeno sullo spazio dedicato al centro sociale su un giornale dopo un’aggressione così lampante. All’antifascismo l’impunità non basta mai, e ci tengono a farcelo sapere.
Sergio Filacchioni