Roma, 28 set – Nonostante qualche scricchiolio, come i malumori dei genovesi per i ritardi sul decreto per il ponte Morandi e le incertezze sulla ricostruzione, il “governo del cambiamento” continua a viaggiare con il vento in poppa. Almeno stando ai sondaggi e alla comunicazione dell’esecutivo gialloverde, che dopo aver cantato vittoria sul fronte immigrazione ora è fisicamente in piazza a festeggiare per la manovra col deficit al 2,4%. Salvini e soprattutto Di Maio hanno vinto il braccio di ferro con il ministro dell’Economia (nell’esecutivo in “quota Quirinale”) Giovanni Tria, che non voleva andare oltre all’1,6% di rapporto deficit/Pil rispettando i vincoli europei.
Dunque aggiornato il Def per i prossimi 4 anni al 2,4%, a sinistra c’è già chi parla di “dichiarazione di guerra all’Europa” (esagerando) prevedendo la rabbiosa reazione di mercati e agenzie di rating, che sotto forma di innalzamento dello spread si abbatteranno come una scure contro l’Italia. Certo è che se le critiche ad una manovra che sfora i vincoli europei te l’aspetti da Cottarelli, il Pd, Mattarella e tutti i vari ultras dei conti in ordine, diverso è vedere la “sovranista” Giorgia Meloni indignarsi per l’aumento della spesa pubblica. “Il M5S scende in piazza a festeggiare perché farà più deficit e più debito per aumentare la spesa corrente dello Stato. Pensate quante feste avrebbero dovuto fare durante la prima repubblica! I veri precursori del Governo del cambiamento sono Fanfani e Cirino pomicino. Ma anche Renzi potrebbe dire la sua”.
Una critica da destra sì, ma per niente sociale, visto che l’aumento della spesa pubblica non dovrebbe essere un tabù per i sovranisti, soprattutto se infischiandosene dei vincoli di Bruxelles, serve a migliorare il welfare delle fasce più deboli della popolazione italiana. Altra cosa sarebbe criticare le misure nel merito, come il Reddito di Cittadinanza, ma l’opposizione tout court allo sforamento del deficit (soprattutto in una “battaglia” contro Bruxelles e Francoforte) stona. E sui social decine di fan lo fanno notare a Giorgia nei commenti. Più che motivazioni ideologiche o programmatiche quelle di Fratelli d’Italia sembrano ragioni di opportunità politica, di ricerca di visibilità e di un posizionamento esclusivo in un momento in cui sono totalmente fagocitati da Salvini.
Se prima del 4 marzo il partito della Meloni era dato quasi al 5,5%, ora i sondaggi lo danno a poco più del 3% e allora va bene tutto, anche rischiare di sembrare fan dell’austerità. In realtà la necessità di Fdi di differenziarsi dal governo Conte non sembra seguire un’unica direttrice, visto che sulle sanzioni a Orban la Meloni incalza Salvini da posizioni sovraniste. Alla mozione di “compromesso” di Lega e M5S, che parla di opposizione alle sanzioni contro l’Ungheria solo in caso di parere contrario del Consiglio Europeo, Fdi ne ha presentata una alternativa in cui chiede una opposizione netta del governo italiano in ogni caso, anche se in sede europea verranno confermate le sanzioni contro il governo Orban votate in prima istanza a Strasburgo. Anti sovranisti in campo economico ma pronti alla guerra contro la Ue sul fronte Orban, anche sotto il cielo di Fratelli d’Italia sembra grande la confusione.
Davide Di Stefano
2 comments
Che delusione , pensavo fosse più coraggiosa…………..la poltrona è sempre comoda………auguroni.
I conti pubblici stanno sotto controllo col taglio di vitalizi che mantengono i politici a fare la bella vita e zero centesimi agli stranieri abbattimento degli sprechi. Così si può dare qualche soldo in più ai pensionati e aiutare le imprese. Il reddito di cittadinanza può pure andare bene il problema sarà che questi soldi andranno in larga misura agli stranieri