Napoli, 27 ago – Sono passati pochi giorni dal terremoto che ha colpito l’isola di Ischia, facendo tornare alla ribalta, a seguito dei crolli verificatisi, gli annosi problemi (non solo dell’amena località campana) relativi ad abusivismo edilizio e gestione del patrimonio immobiliare nazionale.
Proprio l’abusivismo è stato, nel caso di Ischia, additato come il responsabile principale dei danni (e dei morti). La speculazione politica non ha mancato di gettarsi a capofitto alla ricerca del capro espiatorio, dato che di questo si tratta: la Chiesa crollata era forse abusiva? Erano forse abusive la Casa dello Studente dell’Aquila o l’ospedale del capoluogo abruzzese? O forse era abusiva la scuola di Amatrice?
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Domande retoriche, ma che fanno capire come la questione sia malposta. O almeno, lo è per chi vuole realmente affrontare la questione del rapporto tutto italiano con i terremoti senza scadere nella demagogia. Ciò che invece hanno fatto, attingendo a piene mani a dosi di “gentismo”, i Cinque Stelle. “Forza Italia e PD – scriveva ad esempio su twitter, all’indomani del sisma, il candidato premier in pectore Luigi Di Maio – sono la causa di tutti gli abusi e sanatorie in Italia. Oggi dovrebbero star zitti e piangere i morti, non sciacallare”.
Non serve però andare molto indietro nel tempo per trovare una posizione diametralmente opposta. Correva l’anno 2013 e lo stesso Di Maio, per l’occasione in visita ad Ischia, era l’invitato d’onore ad un incontro nel quale si discuteva della proposta della locale sezione del movimento in merito proprio all’abusivismo. La proposta, nello specifico prevedeva “la possibilità di riscatto e sanatoria del vano abusivo a fronte di interventi urbanistici di adeguamento estetico, efficientamento energetico e depurazione delle acque reflue”. Un po’ di ecologimo à la grillina ed ecco servita la sanatoria, il condono a tutti gli effetti. Poteva Di Maio appoggiarla? Certo che sì: “Vi possiamo assicurare che questa proposta di legge (…) diventerà oggetto delle nostre battaglie”.