Terni, 14 feb – In questi giorni a Terni si sta parlando di una “guerra” di San Valentino. Una parola, guerra, che stride se avvicinata al nome del santo patrono degli innamorati, la cui festa ha i connotati dell’amore e ogni anno è celebrata con grande enfasi in ogni parte del mondo.
Di una guerra in realtà non si è trattato, bensì di una contrapposizione netta tra fedeli e vescovo, che ha creato forti tensioni trasformatesi nella notte del 12 febbraio in un vivace scontro nella basilica di San Valentino tra i parrocchiani ed il prelato, Giuseppe Piemontese, e che ha visto anche la presenza discreta delle forze di polizia e numerosi giornalisti. Un centinaio di parrocchiani hanno di fatto impedito la traslazione delle reliquie e della statua del santo, mettendosi intorno all’urna e gridando la loro disapprovazione, il tutto alla presenza del vescovo stesso, che ha provato un’improbabile mediazione, concedendo uno scambio tra le reliquie del santo e la possibilità di celebrare la messa nel giorno del 14. Dopo oltre 3 ore di discussioni, il vescovo ed il suo seguito hanno lasciato la basilica concedendo la vittoria ai fedeli, i quali hanno presidiato il Santo fino alla mattinata del giorno seguente.
Come si è arrivati ad un epilogo cosi “vivace” della querelle? La questione inizia con la ferma volontà del vescovo di spostare la teca con le reliquie del Santo dalla Basilica di San Valentino al Duomo, dove avrebbe poi avuto inizio la processione che avrebbe attraversato tutta la città. Ciò sarebbe stata una prassi normale se il vescovo non avesse tenuto conto di due aspetti che hanno indispettito i fedeli:
– la basilica di San Valentino sorge sopra la tomba di San Valentino, basilica le cui origini risalgono al IV secolo dopo Cristo, tant’è che negli ultimi 100 anni solo due volte sono avvenute le processioni e la richiesta di spostamento della teca per il 2016 ha richiesto un doppio intervento consultivo della Sovraintendenza alle Belle Arti che ha espresso inizialmente parere negativo, poi diventato positivo;
– proprio nel giorno di San Valentino non sarebbe stata presente in Basilica la teca con le reliquie e la statua. Inoltre il vescovo ha disposto per la sospensione delle celebrazioni nelle chiese di Terni dalle 8.30 alle 12 del 14 febbraio.
Va aggiunto che da circa 20 anni associazioni e comitati si occupano dell’organizzazione di una serie di eventi per tutto il mese di febbraio che danno lustro a San Valentino, come la festa della promessa, in cui oltre 100 coppie di futuri sposi provenienti da tutta Italia si giurano eterno amore davanti alla teca di San Valentino. La vittoria dei fedeli rappresenta per molti cittadini ternani una vittoria storica, che ha il sapore della rivincita verso un’imposizione venuta dall’alto. Lo dimostra l’animato comunicato stampa del vescovo che parla di “prepotenza e violenza” a cui ha fatto seguito una dichiarazione del Consiglio pastorale diocesano che, oltre alla solidarietà al vescovo, rimarca la gerarchia ecclesiastica e vuole indirettamente chiamare all’obbedienza i fedeli rispetto alla decisione delle alte sfere. In un contesto di netta contrapposizione sono sorte due fazioni che ricordano un po’ le vecchie divisioni alla Don Camillo e Don Peppone, dove ognuno in città si sta schierando, aldilà del proprio credo religioso e delle proprie idee politiche.
Alessio Pagliaricci
3 comments
Ottimo articolo, complimenti Alessio Pagliaricci.
Finalmente una sintesi intelligente, complimenti!!!!
Meno male, qualcuno che ha fatto un commento “non di parte”!!!!!!!!!!! Complimenti davvero…..