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Strage di Charleston: quando mettere la razza nei titoli diventa lecito

by Adriano Scianca
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charlestonRoma, 19 giu – Tutti a caccia del bianco che, in South Carolina, è entrato in una chiesa durante la lettura della Bibbia e ha ucciso nove neri. I media di tutto il mondo, italiani compresi, hanno messo da parte il consueto pudore circa l’antropologia fisica dei protagonisti di casi di cronaca e, nel raccontare la strage di Charleston, largheggiano in particolari etnici.

La polizia locale dà la motivazione razziale come altamente probabile. Avrà i suoi motivi per dirlo. Di sicuro, visto il contesto, non è azzardato ipotizzare che i conflitti etnici abbiano a che fare con l’eccidio. Quindi, si dirà, il fatto che l’omicida sia proprio bianco e le vittime proprio nere ha evidentemente un senso. Non fa una piega.

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Così il sito di Repubblica racconta i fatti di Charleston in home page

I casi di cronaca non nascono nel vuoto ma in contesti sociali e culturali ben precisi. Verissimo, ma questo vale per le tensioni razziali negli Stati Uniti così come per le situazioni esplosive nelle nostre periferie.

Così, se un gruppo di rom guida un’auto a folle velocità in un quartiere degradato di Roma e nel mentre falcia e uccide un passante, nella notizia c’è un dato sociale che deborda dalla mera cronaca di un incidente stradale.

In quel caso, però, gli editorialisti dei giornaloni si sono indignati: “È razzista citare l’etnia nei titoli”. Eppure sono gli stessi che indugiano sulla pigmentazione dell’omicida di Charleston.

Ovviamente ci sono molti italiani che incorrono quotidianamente nei crimini tradizionalmente ritenuti prerogativa dei nomadi. Giusto. Ma ci sono anche tanti neri che in America vengono arrestati per crimini relativi alle armi da fuoco.

Insomma, è impossibile non notare un certo strabismo politicamente corretto. È comunque certo che chi riteneva che a Boccea, semplicemente, delle persone avesser falciato un’altra persona, oggi dovrà raccontare che a Charleston una persona ha fatto fuoco su altre persone.

Agire altrimenti sarebbe ingiustificato. E pazienza se a farne le spese è solo la verità.

Adriano Scianca

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1 commento

paul 2 Luglio 2015 - 3:44

davvero si sta paragonando un omicidio di massa premeditato ad un incidente in auto?

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