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Stellantis ed Elkann: ecco come prosegue la distruzione delle fabbriche italiane

by Carlo Maria Persano
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Roma, 29 giu – Nell’era Stellantis, John Elkann ha ricominciato con quello che sembra il suo sport preferito: l’abbattimento del settore automotive in Italia. Dopo le travolgenti critiche degli ultimi tempi, la famiglia Elkann-Agnelli aveva mosso le sue pedine per dimostrare quanto voleva bene all’Italia. Così Repubblica e La Stampa avevano iniziato con lo scrivere di quanto amavano Torino e di quanto Stellantis stessa tenesse agli stabilimenti italiani. Insomma, tutto il fumo possibile sull’argomento. E tutti si erano acquietati di nuovo. Silenzio da De Benedetti, silenzio da Calenda, silenzio dal governo.

Era Stellantis e l’opera di distruzione di Elkann

A dire il vero, tutti questi eroi si erano attivati solo dopo che la militanza di estrema destra aveva iniziato a criticare lo strano e lungo mutismo di Draghi e Landini sull’argomento posti di lavoro in Italia: “Ma come, erano sempre presenti sulle pagine di Repubblica e mai un affondo sulle operazioni di Stellantis?”. Mai un accenno al fatto che dal 2021 ad Aprile 2024, Stellantis avesse eliminato 10.040 posti di lavoro in Italia, su 52.740? Il 19% dei suoi posti di lavoro silurato, in soli tre anni, e Draghi e Landini di che si occupavano? Chi ha speso 984 milioni per la cassa integrazione di Stellantis in Italia, sempre tra il 2021 e il 2024, mentre le produzioni di marchi italiani finivano all’estero? Mettendoci poi una posticcia bandierina italiana. E da due mesi questo tentativo di calmare gli animi da parte degli Elkann, dicendo quanto vogliono bene agli italiani.

La verità viene sempre a galla

Poi però le balle si ripropongono, come la peperonata e infatti viene fuori che allo stabilimento di Cassino stanno proponendo ai dipendenti di trasferirsi in Francia. Ma come, se sono così scandalosamente improduttivi, allora perché li volete in Francia? Pare che stiano proponendo un rimborso spese giornaliero di euro 130,00 a chi, evitando la cassa integrazione, accetta di trasferirsi a lavorare in Francia.

Se così fosse, non solo sfruttano l’apparato scolastico-universitario che ha speso soldi per formare quelle persone non certo per spedirle in Francia, non solo mentono quando dicono che lavorano poco, ma addirittura adombrano una minaccia di cassa integrazione per chi rifiuta? Insomma, Landini vatti a nascondere, insieme al tuo amico Draghi, in una delle tenute degli Elkann. Possibilmente fuori dall’Italia.

Carlo Maria Persano

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