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Stato fantoccio a chi? Le bufale antifasciste sulla RSI

by Enrico Colonna
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Roma, 28 aprile – Ad ogni 25 aprile ecco che puntualmente saltano fuori i soliti tormentoni antifascisti… ormai li conosciamo a memoria. Dalla Costituzione agitata come un feticcio, passando per la lettura della poesia di Piero Calamandrei rivolta ad Albert Kesselring, sino ad arrivare alla citazione – decontestualizzata – del film di Hayao Miyazaki Porco Rosso, di cui si è parlato proprio qui qualche giorno fa. Di tutti questi tormentoni antifascisti ormai stantii, ce n’è uno però particolarmente odioso. Non solo perché, appunto, trito e ritrito, ma anche perché completamente falso. E perché in realtà dice molto degli antifascisti, piuttosto che della parte che questi ultimi vorrebbero denigrare. Stiamo parlando del tormentone “la Repubblica Sociale era uno stato fantoccio”. Lo sentiamo ad ogni piè sospinto, nel maldestro tentativo dei neo-partigiani di accreditarsi come “patrioti” che lottavano contro “un invasore straniero e i suoi collaboratori locali”.

Le bufale antifasciste sulla RSI

A parte il fatto che dovrebbero spiegarci esattamente quando si sarebbe verificata questa “invasione tedesca” dell’Italia, dal momento che le truppe tedesche si trovavano nella penisola già prima del 25 luglio 1943 in veste di alleati, nelle operazioni di difesa dell’Italia dagli anglo-americani sbarcati in Sicilia il 10 luglio dello stesso anno. In altre parole, i tedeschi erano già in Italia; non l’hanno né invasa né conquistata, semplicemente stavano già qui come nostri alleati. È stata semmai la monarchia sabauda traditrice (alleata del CLN, ricordiamolo) a cambiare schieramento e a scappare a Brindisi. Ma questo non rende i tedeschi né invasori né occupanti. Fino a prova contraria, gli unici invasori arrivati sin da subito in Italia come tali, furono gli Alleati. Insomma, cari neo-partigiani, quando “vi siete svegliati e avete trovato l’invasor”, esattamente di chi state parlando?

Ma al di là di questo aspetto sulla natura della presenza tedesca in Italia, resta da dirimere la questione sulla natura della Repubblica Sociale Italiana. Che non fu uno “stato fantoccio”. Anzi, come vedremo, lo stato fantoccio in Italia era semmai un altro. A ben vedere, la RSI aveva tutte le caratteristiche che rendono tale uno stato dotato di giurisdizione autonoma e sovranità militare e giuridica. Vediamole una per una e confrontiamole con la situazione del Regno (antifascista) del Sud, retto dal CLN e dal maresciallo Pietro Badoglio.

Anzitutto, la Repubblica Sociale era dotata di istituzioni proprie (tra cui anche una vera e propria Costituzione, la cui entrata in vigore fu bloccata solo dalla breve durata della RSI) e di forze armate separate e autonome da quelle tedesche. Nel Regno del Sud, al contrario, tutte le istituzioni e la Costituzione (lo Statuto Albertino, o quel che ne rimaneva) erano subordinate alla giurisdizione militare degli Alleati e le forze armate dipendevano dal Comando Alleato in Italia.

Per restare in ambito bellico, le forze armate della Repubblica Sociale Italiana erano equipaggiate con armi italiane e vestivano uniformi proprie. Al contrario, l’Esercito Cobelligerante del Sud non aveva divise o armi proprie: utilizzavano armi inglesi, francesi o americane e vestivano uniformi alleate (contraddistinte unicamente da una mostrina tricolore sul braccio). In altre parole, nell’ottica degli Alleati, le forze armate del Regno del Sud non erano troppo diverse dai Goumiers francesi o dai King’s African Rifles britannici.

Ricordiamo inoltre che, mentre la Repubblica Sociale era alleata dei tedeschi, il Regno del Sud non era affatto alleato di inglesi, francesi e americani, essendo relegato allo status di “cobelligerante”: praticamente poco più di una colonia (come un qualsiasi dominion britannico).

L’unico “stato fantoccio” era il Regno del Sud badogliano ed antifascista

In ultima istanza, parliamo di autonomia in ambito economico. La Repubblica Sociale aveva una moneta propria (la Lira) che dopo la guerra è stata convertita nelle nuove lire della Repubblica Italiana; sostanzialmente, dopo la guerra 10 lire della RSI valevano 10 lire della Repubblica Italiana, tralasciando fattori esterni come inflazione, svalutazione e via dicendo.

Al contrario, nel Regno del Sud cobelligerante si poteva pagare in due modi: o con la cosiddetta “AM-Lira”, una moneta d’occupazione emessa dal AMGOT (sigla che sta per Governo Militare Alleato dei Territori Occupati), oppure con il dollaro militare statunitense o con la sterlina militare britannica. Queste due forme di valuta erano di fatto cartastraccia che non valeva niente. Venivano date in cambio di merci e beni di prima necessità in forma di “promessa di pagamento” dopo la guerra. In altre parole, chi avesse ricevuto queste due forme di moneta come pagamento, sarebbe potuto andare dopo la guerra in banca a ritirare il denaro corrispondente al valore scritto su questi biglietti: inutile dirlo, dopo la guerra nessuno ha potuto riscuotere dalla nuova Repubblica Italiana i pagamenti ricevuti in queste due valute di occupazione. E un sacco di commercianti e persone comuni che avevano vissuto sotto occupazione militare alleata rimasero economicamente rovinati, impossibilitati a ricevere il denaro che gli spettava.

Insomma, il discorso, come abbiamo visto, è lungo e complesso. Ma una cosa è certa: l’unico “stato fantoccio” in Italia era il Regno del Sud badogliano ed antifascista, di sicuro non la Repubblica Sociale Italiana. Curioso quindi che, chi si considera erede dei partigiani, ovvero di chi – come membro del “governo” del Regno del Sud – eseguiva gli ordini degli invasori angloamericani, rinfacci ad altri di non esser stati altro che uno “stato fantoccio”.

Enrico Colonna

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