Roma, 14 mag – Potremmo chiamarlo “Ilaria Roberto Salis”, quasi fosse una sorta di nome e cognomi composti in salsa spagnola o sudamericana (beh, quasi, visto che è il nome ad essere composito e non il cognome). Ripetendolo a voce alta, non si capisce veramente il perché, viene fuori quasi un’assonanza con “Paolo Roberto Cotechino, centravanti di sfondamento”, il mai dimenticato capolavoro del trash dei primi anni Ottanta con protagonista l’altrettanto mai tramontato Alvaro Vitali. E in un certo senso, la “coppia” sta sfondando realmente, su tutti i media. Il dettaglio è che lo sfondamento non è quello di un’arcigna difesa calcistica ma del senso della minima – davvero minima – dignità….
Ilaria Roberto Salis, un susseguirsi di perle ineguagliabili
Parlando della figlia Ilaria, il prode Roberto Salis ha già dato prova delle sue sensazionali doti di comunicatore. Quanto meno se la comunicazione è assimilabile alla risata. Perché che ci siano doti di cabaret è più di un sospetto. Il nostro si era prodigato già in un numero da fuoriclasse qualche giorno fa, al Salone del libro di Torino, vero tempio di chi ha il tettuccio riparato dagli scudi progressisti: “Mia figlia non ha scelto di candidarsi alle Europee per sfuggire alla giustizia, ma per avere un processo giusto”. Come non è dato saperlo o intuirlo. Sembra indicare il “prestigio” il prode Roberto, nelle sue dichiarazioni pubbliche. Poi però fa la rabona, il colpo da campione: “Rschia 24 anni di carcere per una cosa ridicola”. Sì, per il padre di Ilaria Salis l’accusa di andare a spaccare teste in giro è una “cosa ridicola”. Benissimo così. Vai Roberto, sei il cuore della curva. Ora Roby continua nella sua opera, denunciando il fatto che le autorità ungheresi negherebbero alla figliola il diritto di voto. Un turbinio continuo e senza sosta, insomma. Che sagoma!
Peggio la figlia o il padre?
Indipendentemente dalla condanna o dall’assoluzione che potrebbe ricevere la donna, la domanda sorge spontanea: ma viene anche chiaro alla mente che in fondo, Ilaria Salis, di spettacolo ne ha dato ben poco. Certo, è accusata di azioni gravissime, ma in linea di massima dopo gli arresti non ha avuto modo di esprimersi chissà quanto, dunque la sua figura, pur enormemente stigmatizzabile, sta lì, tra sorrisini inquiestanti e aule di tribunali ungheresi. Chi sta dando spettacolo è la sinistra italiana, più che la Salis stessa. E il padre Roberto si è aggiunto all’armata Brancaleone. La stessa che candida una celebre signora nessuno per ragioni ben poco onorevoli. Noi alla nostra conclusione ci siamo giù giunti: peggio Roberto che Ilaria. Per lo meno la seconda parla poco (o almeno quello è il risultato, dopo di che delle ragioni ci interessa fino a un certo punto). Oppure, rigiriamola sull’ilarità: Roberto ci fa decisamente più ridere. In effetti qualcosa di Alvaro Vitali ce l’ha. Nell’espressione, nelle considerazioni, nella dialettica. Abbiamo solo il leggerissimo dubbio che forse non sia questo gran risultato…
Stelio Fergola