Roma, 29 mag – Un tweet dell’assessore alla Cultura del comune d Roma, Giovanna Marinelli, annuncia il ritrovamento del grande arco realizzato in onore dell’Imperatore Tito: “I resti del grande arco realizzato per l’imperatore Tito. Straordinario ritrovamento Sovrintendenza al Circo Massimo”. L’opera, ritrovata dagli archeologi della Sovrintendenza capitolina, è stata rinvenuta al Circo Massimo ed è una seconda opera rispetto a quella situata sul lato ovest dei Fori Romani.
Appartenente alla Gens Flavia e Imperatore dal 79 all’81 d.C., Tito fu in precedenza un grande generale ricordato soprattutto per la campagna in Giudea dove tra il 69 e il 71 represse la rivolta degli ebrei, che già prima di allora avevano creato problemi agli imperatori romani, a causa delle loro continue rivolte anche all’interno delle mura di Roma. Sotto il comando di Tito Gerusalemme fu saccheggiata e il suo tempio distrutto e mai più ricostruito. Tito tornò a Roma in trionfo e, durante il regno del padre Vespasiano, fu più volte console nonché censore e prefetto del Pretorio.
Secondo gli storici contemporanei fu un buon Imperatore tant’è che Svetonio in “De vita Caesarum” si riferisce a Tito come “ amor ac deliciae generis humani” (Amore e delizia del genere umano). Proprio per questo, dopo la sua morte avvenuta nell’81, fu costruito alle pendici del Palatino, nella parte occidentale dei Fori, un arco in suo onore e in memoria della guerra giudaica sopra citata. Sull’arco compare un’iscrizione che recita “Senatus popolusque romanus divo tito divi vespasiani filio vespasiano augusto”, ed il fatto che sia appellato come “divus” esplicita che sia un’opera post-mortem.
La scoperta odierna è quindi sensazionale, ed ha riportato alla luce il pavimento in lastre di travertino e tre plinti frontali e parte del plinto della quarta colonna del secondo arco in onore dell’Imperatore Tito. Gli archeologi della Sovrintendenza in collaborazione con il Dipartimento Architettura dell’Università Roma Tre stanno lavorando anche alla ricostruzione virtuale del monumento.
Gli studi hanno accertato che l’opera era a tre fornici comunicanti, con una platea ed una scalinata verso il Circo, mentre tramite due scalini si accedeva al piano di calpestio esterno all’edificio. La fronte era composta da 4 colonne e 4 lesene retrostanti aderenti ai piloni. Il tutto sormontato da una quadriga di bronzo. L’arco era dunque in una posizione importantissima, soprattutto durante le marce di trionfo per i generali e gli imperatori vittoriosi. Tali processioni, difatti, dopo aver sfilato lungo il Circo Massimo, passavano sotto l’arco per raggiungere poi il Tempio di Giove Capitolino sul Campidoglio.
Il ritrovamento di tale opera è risultato molto complicato in quanto gli scavi sono stati realizzati al di sotto della falda di acqua che ricopre gran parte delle strutture archeologiche. Intanto, in attesa delle risorse per eliminare le infiltrazioni d’acqua, l’area sarà reinterrata per evitare danneggiamenti.
Federico Rapini