Roma, 11 giu – Sconvolgenti rivelazioni o trascurabili cretinate? Oracolo del futuro o relatore insipido?
Non è chiaro quale possa essere la chiave di lettura, anzi di ascolto, della “lectio magistralis” tenuta da Lorenzo Costantino Cherubini, meglio conosciuto come Jovanotti, nell’università di Firenze il 3 giugno 2015.
Tralasciamo di indagare i reconditi motivi per cui il portatore del rap in Italia, passato da essere un simpatico gonzo ad un gonzo “impegnato”, dovrebbe tenere una lezione a studenti di Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche. E tralasciamo di commentare la presentazione con cui viene accompagnato in aula, in cui viene entusiasticamente definito “imparatore”, ossia colui che possiede ben tre caratteristiche: la curiosità, la sempre di moda “open mind”, anglofonismo che francamente continuiamo a non sapere cosa indichi, e l’irrequietezza.
Ciò che ci ha lasciati quantomeno storditi non sono state le parole sui giovani e sul contribuire gratuitamente agli eventi, tipico esempio di come imbastire una polemica sul nulla, ma sono state alcune sue “rivelazioni”.
Il cantautore ha riportato di essere stato invitato, nel 2014, ad un “summit segret…. ehm privato”, di cui “non può parlare liberamente”, organizzato proprio in Italia, da una delle più grandi aziende mondiali, una azienda del settore internet. Erano presenti 80 persone tra le più importanti del mondo ed egli ha condiviso questo onore, o onore, con persone del calibro di non meglio specificati premi nobel, con il capo della banca mondiale, con amministratori delegati di grandissime multinazionali, con attivisti per i diritti umani, con surfisti e persino con Tony Hawk, il più famoso skater del mondo. Nessun politico era presente.
E qui la storia, che già di per se sarebbe alquanto bizzarra, inizia ad altalenare pericolosamente tra il ridicolo ed il preoccupante. Allo stesso spaesato Jovanotti, vecchia volpe, non sfugge il manifesto contrasto tra la sua presenza e la totale assenza di politici in una riunione “segret…. ehm privata” in cui si prendono decisioni che influenzano l’intero globo terraqueo. A ciò gli è stato candidamente risposto: “I politici non servono”. Avete capito bene. La politica amministra questa situazione ma le scelte non le fa più la politica, ci dice Jovanotti, perché la politica cerca consenso ma non ha “visione”.
In queste poche parole ci viene riferito, in maniera diretta, che la politica, ciò che dovrebbe sostanziare la più alta manifestazione dell’ingegno umano, per qualcuno è inutile se non dannosa. Per il semplice motivo che il proprio fulcro di riferimento è la salute, la prosperità e la potenza del popolo. In poche parole l’interesse della Nazione. E ciò è in contrasto con alcuni “potenti della terra” che evidentemente perseguono interessi che sono altro da ciò.
L’aspetto inquietante di tutta la vicenda, non è solo che il portatore di tale verità sia Jovanotti, sebbene anche. Il quale non si capisce perché, nonostante dica che non dovrebbe rivelare ai quattro venti questi arcana imperii, si crogiuoli bellamente spifferando tutto, forse inebriato dalla numerosa platea udente, proprio come con gli amici ci si fa belli descrivendo l’ultima conquista femminile che sembrava inarrivabile. L’aspetto davvero inquietante, se anche la riunione fosse stata ingigantita o inventata di sana pianta, è che purtroppo il messaggio di cui si faceva portatrice appare ai nostri occhi come verosimile. Siamo sempre alle solite: “i politici sono camerieri dei banchieri”. Come sempre aveva ragione Pound.
Lorenzo Mosca