Roma, 22 dic – A scuola, niente compiti per le vacanze natalizie. Una circolare di un preside di Lamezia Terme asseconda un approccio culturale molto “insistito” negli ultimi anni.
Scuola, zero compiti per le vacanze
Come riporta Tgcom24, l’Istituto comprensivo Manzoni-Augruso di Lamezia Terme (in provincia Catanzaro), ha emesso una circolare che potrebbe far discutere: a scuola, niente compitivi per le vacanze natalizie. Antonella Mongiardo, la dirigente scolastica, tira in ballo la “Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Nella circolare del 21 dicembre, infatti, si chiede agli insegnanti di garantire “il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…”. Durante le vacanze, dunque, si potrebbe stare senza far nulla? Non proprio, visto che si parla di “un ripasso degli argomenti svolti”: il che, ovviamente, può voler dire tutto e niente.
Meno impegno generale
Dare meno lavoro agli alunni, in generale, sembra una tendenza culturale inarrestabile nella scuola italiana (e non solo). “Porre un freno a questa pratica, in linea generale, si rende necessario”, si legge ancora nella circolare. La quale, in realtà, segue un approccio che anche a livello ministeriale è stato piuttosto pronunciato negli ultimi anni. I vari ministri dell’Istruzione che si sono succeduti hanno sempre teso a rafforzare il tema del “minor carico di lavoro” per gli studenti. Da Stefania Giannini (nel 2016), a Valeria Fedeli (2017) e infine Marco Bussetti (2018). Il problema, magari, si porrebbe di meno se la scuola “in corso” si dimostrasse inflessibile nella formazione delle nuove generazioni. Ma considerato quanto la tendenza all’abbandono di qualsiasi tipo di impegno sia generalizzata, anche questo tema non può che tradursi nell’ennesimo indebolimento di ciò che interessa di più alla società, e quindi al benessere collettivo: la formazione degli studenti e dei cittadini adulti del futuro.
Alberto Celletti
1 commento
Sembra che l’autore dell’articolo non abbia figli. La scuola è pagata da noi profumatamente. Abbiamo poco tempo per stare con i figli. Quel poco tempo deve essere fatto di lotte e assistenza forzaata dei genitori, per studiare compiti inutili e stupidi (come ben sappiamo) invece di fare il lavoro genitoriale e passare tempo veramente utile con la prole. La scuola la paghiamo, facessero il lavoro fino in fondo e ci lasciassero fare i genitori, senza costringerci a paginette inutili e insulse.