Roma, 21 set – Se si tratta di Olaf Scholz, le ingerenze sulle elezioni italiane a quanto pare vanno benissimo. Dopo settimane di chiacchiere totalmente inutili su presunti fiumi di chissà quanto denaro provenienti dal Cremlino in favore di altrettanto presunti – soprattutto ora – partiti filorussi, non supportati da alcuna prova concreta, il cancelliere tedesco fa un’affermazione cne, nei due giorni successivi, stranamente non fa lo stesso rumore.
Scholz, le ingerenze buone
Olaf Scholz dalle ingerenze esplicite non si tira certo indietro. Due giorni fa il cancelliere aveva invitato gli italiani a non votare “i post-fascisti di Meloni che porterebbero il Paese nella direzione sbagliata”. Pesa in modo evidente il rapporto di cooperazione che c’è, indubbiamente, tra il Pd italiano e l’Spd tedesco. E questo si riflette in ciò che aveva detto anche o-presidente Lars Klingbeil: “Mancano sei giorni per le elezioni politiche in Italia e saranno elezioni importanti per tutta l’Europa. Ti ringrazio Enrico per aver trovato il tempo di partecipare con noi alla nostra riunione. Sono grato per la tua amicizia”, riferendosi al segretario del Pd. Sulla scena politica italiana, poco o nulla si è detto dell’accaduto. A parte il “solito” Matteo Renzi il quale, ovviamente, non perde mai occasione per punzecchiare Enrico Letta, e, come riportato dall’Ansa, commentando con una dichiarazione critica: “Certi endorsement sono controproducenti”, ha detto il leader di Italia viva.
Putin, le “ingerenze” cattive
Dal Cremlino, praticamente, non si è detto nulla sulle ormai imminenti elezioni italiane. Il che, tra l’altro ed essendo lucidi, sarebbe tranquillamente plausibile. La verità è che sia Scholz che Putin, come chiunque, potrebbe avere diritto ad esprimere un’opinione (interessata come è logico che sia), sulle prossime consultazioni di voto. Ma mentre sul demone russo i media e chi li dirige – direttamente o indirettamente – si scatenano, sul teutonico vige il più assoluto silenzio o quanto meno un approccio volto alla semplice cronaca dei fatti. Insomma, mentre sulla Russia si scatena una campagna gigantesca alla ricerca disperata di un singolo rublo giunto a Salvini e Meloni, su Scholz, l’unico che ha effettivamente espresso – seppur verbalmente qualcosa di concreto, si passa oltre. Ma siamo abituati anche a questo.
Alberto Celletti