Roma, 28 feb – Protesta nel Sulcis, in Sardegna, dove quattro lavoratori si sono asserragliati su una ciminiera ad un’altezza di 100 metri dal suolo, come riporta Tgcom24.
Sulcis, lavoratori a 100 metri di altezza per protesta
I quattro lavoratori sono impiegati nella Portovesme srl. Adesso, nel Sulcis, sono fermi a 100 metri di altezza. La protesta, manco a dirlo, è di nuovo contro il caro energia. Un problema che mette a rischio l’operatività di numerose aziende, nonostante i recenti crolli. L’azienda in questione ha circa 1.300 persone sul suo libro paga, ed evidentemente la preoccupazione è tanta. Da lunedì, i lavoratori degli appalti sono riuniti in assemblea permanente proprio nel piazzale della Portovesme srl: alcuni hanno addirittura piantato le tende.
“Chiediamo un incontro urgente col ministero”
I lavoratori che protestano nel Sulcis spiegano meglio i motivi della loro azione: “Questo non è un colpo di testa ma un’azione a sostegno delle vertenze e delle iniziative messe in atto sino a ora dalle Rsu e dai sindacati”. Poi aggiungono: “Abbiamo la necessità di avere un incontro urgente al ministero per aprire un confronto nazionale con tutti gli interlocutori seduti allo stesso tavolo e trovare una soluzione subito sul fronte energia. Non bastano le rassicurazioni, ma per farci scendere servono impegni seri e forti“.
Inoltre, “tutte le iniziative pacifiche che abbiamo intrapreso non hanno portato nessun risultato. È un anno e mezzo che stiamo subendo questa crisi e gradualmente la società, senza una soluzione sul fronte del prezzo dell’energia, sta limitando i reparti marcia: non possiamo più aspettare e attendere le promesse che finora non hanno portato a niente”. Infine, la dura critica agli impegni non rispettati un mese fa: “Non ci sono risposte e l’azienda sta incrementando la riduzione degli impianti. Noi riconosciamo che vi è una crisi energetica, ma occorre trovare un prezzo consono per l’energia e scongiurare la fermata. Ci sono già i lavoratori interinali che nel giro di un mese saranno a casa senza coperture, il settore degli appalti non riesce neppure a dare ai lavoratori l’anticipazione della Cig: è una condizione alquanto difficile per tutti”.
Alberto Celletti