Roma, 21 ott – Dopo Piazzapulita, Report: le anticipazioni sulla trasmissione di Rai3 che andrà in onda stasera diffuse dai media on line ci lasciano pregustare un’altra serata all’insegna del complotto “postnazista”. La trama è sempre quella: prima si fa di Gianluca Savoini l’ispiratore, se non addirittura il burattinaio o proprio il creatore di Matteo Salvini, poi si riconduce Savoini stesso a una sorta di setta nazista che avrebbe progettato l’infiltrazione nella Lega sui tempi lunghi, una cellula semi dormiente del complotto hitleriano. E il gioco è fatto: ma quale sovranismo, ma quale populismo, soprattutto ma quale centrodestra: Salvini è un fascista, un nazista, al limite un postnazista, secondo la grottesca categoria inventata da Claudio Gatti.
Salvini come terminale di un complotto nazista
Ricondurre l’ignoto al noto è un vecchio vizio della mente umana, un atteggiamento pre scientifico che tuttavia è ancora lo strumento dominante di un’oscura tribù rimasta ai margini della civiltà: quella dei giornalisti di sinistra. Va da sé che se Salvini è un sovranista, se ha successo perché dice cose che hanno a che fare con la realtà, se offre risposte magari sbagliate ma a domande reali, allora per la sinistra si apre una faticosissima stagione di lavoro metapolitico e politico per essere all’altezza della sfida. Ma se Salvini è il terminale di un complotto nazista, non ci sono categorie politiche che tengano, si passa direttamente alle categorie morali, o addirittura giuridiche: un bel cordone sanitario come ai tempi belli, un arco costituzionale nuovo di zecca e passa la paura.
Salvini il postmoderno
Peccato che sia tutto un gigantesco alibi, una versione di comodo che la sinistra ha inventato per risparmiarsi la fatica di pensare. Se invece si fa lo sforzo di accendere il cervello, si capisce bene come Salvini non sia affatto fascista, né tanto meno nazista. Per quel che possiamo capire della psicologia del leader leghista, appare abbastanza evidente come Salvini consideri l’esperienza fascista come un capitolo chiuso, lontano, qualcosa di molto distante dal suo orizzonte. Certo, spesso l’ex ministro si lascia andare ad ammiccamenti, citazioni più o meno criptate, ma è roba da puro marketing politico, che è possibile proprio perché, nella testa di Salvini, il fascismo è un’anticaglia esposta alla rinfusa in un bazar postmoderno.
Lo diceva Nietzsche
Ecco, la parola d’ordine è proprio questa: altro che postnazismo, qui siamo in pieno postmoderno. Salvini è figlio della morte delle ideologie e dei grands récits, dell’esplosione di qualsiasi tentativo di dare della realtà uno sguardo onnicomprensivo. La sua stessa disinvoltura verbale e programmatica è tipica di un mondo in cui, per dirla con la frase di Nietzsche che è alla base della postmodernità, “non esistono i fatti, solo interpretazioni”. Perché, allora, la sinistra non lo capisce? Semplice, perché la sinistra aveva legato l’avvento del postmoderno a una dinamica emancipativa, non violenta, “debole”, di democrazia diffusa. Il populismo è quello che essa non si aspettava. E quando sei disorientato, devi trovare un punto fermo, un elemento conosciuto a partire dal quale ricostruire una mappa. Ovvero il fascismo.
Adriano Scianca
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Però resta interessante rilevare una questione. Da una parte assistiamo alla progressiva eliminazione e al fermo rifiuto dei valori ereditati dalla tradizione occidentale (esemplare il noto cartello esibito da una raggiante Cirinnà: “Dio, Patria e Famiglia che vita de merda”; insomma, in un sol colpo si demoliscono alcune delle assi portanti della Tradizione Occidentale). Dopodiché, come se nulla fosse, si continua a blaterare di Valori, Verità, Morale, Bene e Male. Eppure, nell’orizzonte di radicale scetticismo contemporaneo (piuttosto astratto, a dire il vero), come far coincidere il rifiuto di ogni aeterna veritas e questa stucchevole retorica dei valori che presuppone che la morale – assunta in genere in maniera superficialmente solidaristica – abbia verità?
Non era stato Socrate a sostenere che il “Che cos’è” di qualcosa necessità l’indagine sulla verità? La verità del Bene significa voler sapere la verità del Bene, il Bene nella sua verità. E’ curioso inoltre che la demolizione controllata di ogni forma di assolutismo non comprenda anche gli assolutismi del Capitalismo: l’Individuo, la Proprietà o, in ambito UE, le ferree norme assunte come Vere!
Quanto alla nota affermazione di Nietzsche, in genere fraintesa, “Non esistono fatti ma solo interpretazioni”, non sta ad indicare che tutto sia interpretazione (si tratterebbe di un banale scetticismo), ma che “non esiste altro al fondo delle cose (ossia delle nostre interpretazioni) che Volontà di Potenza, la quale non è a sua volta interpretazione ma il Caos Originario, la Forza trascendentale: produttivo e interpretante nello stesso tempo: identità di Teoria e Prassi.
Insomma, pare di poter dire che astratto scetticismo e gigantesche contraddizioni regnino sovrane.
Disamina razionale e condivisibile, la penso allo stesso modo. Salvini non è il terminale di nessun complotto, solo una persona dalla scarsa istruzione che ha fatto carriera politica, partendo, guarda caso, proprio dalle file della sinistra, ch’è ben capace di formare soldati funzionali alla propaganda di regime. Lui ha deciso d’interpretare il malcontento diffuso, e legittimo, di questo paese martoriato dalle politiche moralmente abbiette della sinistra, capace solo di occuparsi di immigrati e omosessuali, dimenticandosi del diffuso disagio degli autoctoni senza deviazioni carnali. Hanno occupato nel corso dei decenni tutte le istituzioni, scuole, magistrature e mezzi d’informazione, senza mai fornire alcun tipo di soluzione ai problemi tangibili delle persone, adesso sono solo un enclave di abbienti, che disprezzano chiunque non condivida le loro stupidaggini. Evocano il fascismo, piuttosto che il nazismo, senza comprendere che hanno fatto proprio il motto di Goebbels : ” Ripetete una bugia un milione di volte e diventerà una verità! “. Loro sono così, strillano e si dibattono cercando di inebetire anziani e ragazzini, ecco perché vogliono farli votare, ma non hanno più la capacità di ottenebrare le persone in età lavorativa, oramai, sono stati smascherati. Grazie per la segnalazione dell’ennesima puntata mistificante di Report, anche questa sera mi dedicherò al mondo videoludico, sicuramente più istruttivo della propaganda di regime.