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Salvare il Pd o eleggere il capo dello Stato? Ecco perché Zingaretti è a un bivio

by Adolfo Spezzaferro
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zingaretti

Roma, 8 nov – Si fa un gran parlare di Matteo Renzi e di come con le sue truppe cammellate tenga sotto scacco il governo giallofucsia. In questi giorni di crisi nella maggioranza, spaccata sul fronte Ilva – con i 5 Stelle nel loro tradizionale voto di nemici di qualsiasi politica industriale degna di questo nome, avvezzi ai “no” demagogici che fanno solo male al Paese (vedi il caso Tav) – il Pd ha alzato la voce, minacciando vari penultimatum che così non si va avanti, che servono compattezza e visione comune. Come due poliziotti, il “buono” Franceschini rinnova l’invito ai 5 Stelle a correre insieme alle regionali e il “cattivo” Zingaretti minaccia di far cadere il governo se gli alleati non la piantano con la logica delle bandierine.

Renzi: “Voto sarebbe suicidio di massa”

Tuttavia, alla fine gli occhi sono tutti puntati su Renzi. Soprattutto quando parla: la storia recente insegna che quando dice “a” spesso intende “b”, anche se rasserena tutti che significa proprio “a”. Secondo questa logica, l’appello dell’ex segretario Pd a evitare di andare al voto più che rasserenare preoccupa i giallofucsia. “Se il Pd vuole votare lo dica. Se i parlamentari del Pd hanno deciso di andare contro il muro, hanno il dovere di comunicarlo al Paese e palesarlo in Aula. Per me è una follia, un suicidio di massa“, dice il leader di Italia Viva in un colloquio con Repubblica. “Se qualcuno – avverte l’ex premier – pensa di fare come in Umbria anticipando le elezioni, faccia pure: con questa scelta si perdono tutti i collegi uninominali e si causano sonore sconfitte in Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Non so che nome dare a questa ipotesi politica: in psicologia si chiama masochismo”.

Il leader di Iv dice di voler arrivare alla scadenza naturale del 2023

Il senatore semplice toscano ritiene “che si debba votare nel 2023, alla scadenza naturale, dopo aver eletto il nuovo Presidente della Repubblica“. Noi di Iv, assicura, “vogliamo impegnare questi anni per abbassare il costo degli interessi a 50 miliardi, erano 77 miliardi l’anno quando sono arrivato a Palazzo Chigi, per incidere in Europa, per costruire l’alternativa al sovranismo no euro”. “Questo governo non è il mio – ci tiene a precisare Renzi – Ma è comunque meglio dell’alternativa: il voto, la destra, il Quirinale ai sovranisti, l’Italia in bilico sull’euro. Chi volendo di più vagheggia nuove elezioni forse si mette in pace la coscienza, ma mette a terra il Paese”.

Zingaretti e il dubbio amletico: eleggere il capo dello Stato o salvare il Pd?

Non fa una piega. Peccato però che il dato politico dietro tutto questo ragionamento – che potrebbe essere la solita “renzata” – è che il Pd da qui a quando si tornerà al voto molto probabilmente avrà ceduto altri voti a Iv. Ma soprattutto – ed è questo il dato a cui deve pensare seriamente Zingaretti per valutare le prossime mosse – la partita delle nomine (le più succulente sono quelle in primavera), che è l’unico vero motivo per cui Renzi tiene in vita il Conte bis, sarà occasione per nuove transumanze dei dem di fede renziana rimasti al Nazareno verso Iv. Con il rischio che l’ex premier possa fare l’en plein delle poltrone di peso assegnate, tra Pd e Iv.
Zingaretti vorrà assicurarsi un capo dello Stato non espressione del destra-centro o salvare il suo partito dalle tentazioni renziane? Lo scopriremo subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio. Sempre se il governo non caschi prima, sull’Ilva.
Adolfo Spezzaferro

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2 comments

Massimo 8 Novembre 2019 - 8:35

Accozzaglia di dittatorelli incompetenti.

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Commodo 8 Novembre 2019 - 9:36

Il tramaglino/cialtronio sa’ perfettamente che questa è la sua ULTIMA SPIAGGIA! Altro che percentuali in “doppia cifra”!!! Il suo “partito” “carta igienica” e tutto virtuale, proprio come il fantomatico “SPREAD” , che si alza o si abbassa con un tratto di penna dei GRANDI USURAI! Gli stessi che pagano fior di quattrini, (quelli si, “cifre REALI”! n.d.r.), a parlamentari “decotti” , con rielezione a “forte rischio” , per dare a renzo una fantasmatica, e tutta illusoria, ma che conta tra coloro che si sono asserragliati abusivamente e vilmente nella casamatta che tiene gli Italiani sotto tiro, “potenza ricattatoria e decisionale” che si scioglierà come neve al sole alla prima tornata elettorale. Tornata elettorale che, ovviamente, cercano di ritardare il più possibile. Ne hanno di danni da fare per cercare di spezzare la resistenza, (quella sì!…), del Paese!…..

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