Londra, 18 set – “Carry them home” è la parola d’ordine per tutti gli appassionati inglesi della palla ovale. Hanno inventato il rugby, ospitano la Coppa del mondo e, quindi, devono spingere il loro XV verso la vittoria finale, nel salotto di casa di Twickenham. Nell’edizione dei record per numero di biglietti venduti saranno già stasera in 80mila a sostenere i padroni di casa. Un avvio non semplice, contro gli isolani delle Fiji, in quello che è il girone di ferro della manifestazione e che vede anche Australia e Galles in lizza per i due posti che daranno l’accesso ai quarti di finale.
Niente sorteggi, niente teste di serie o possibili sotterfugi: i gironi vengono stilati in base al ranking mondiale, e la classifica al tempo vedeva gli inglesi languire in posizioni non adatte al loro blasone. Alle 21 di stasera, ora italiana, passerà tutto in secondo piano e l’unica cosa importante sarà schiacciare l’ovale in meta o calciarlo fra i pali. Facendo attenzione alla disciplina e agli infortuni, determinanti nell’arco di un torneo lungo un mese e in aumento a causa della fisicità esasperata, tanto da indurre gli arbitri a un chiaro richiamo nei confronti degli atleti in campo: non saranno tollerati placcaggi scorretti.
L’Italia esordirà domani sera contro la Francia, in un incontro già determinante. Serve un’impresa contro i transalpini, battuti due volte negli ultimi tre anni, per ambire al secondo posto nel girone che consentirebbe lo storico passaggio al turno successivo. Noi orfani del capitano Parisse, loro senza il genio di Fofana fra i centri. Partiamo sfavoriti ma dobbiamo costringere i francesi a un gioco di trincea, limitando le fasi in gioco aperto. Il primo posto nel girone dovrebbe andare all’Irlanda, tra le favorite a disputare un buon mondiale e arrivare in fondo.
I favoriti assoluti restano, però, gli All Blacks. I neozelandesi giocano contro se stessi, non avendo mai conquistato la coppa fuori dal suolo patrio. Il gruppo giunto in Inghilterra è tra i più forti di sempre, potendo contare su un ricambio di altissimo livello, con riserve che sarebbero titolari inamovibili in tutte le altre squadre. Alle spalle dei neozelandesi altre due formazioni dell’emisfero Sud, Sud Africa e Australia, con questi ultimi in evidente crescita rispetto alle opache prestazioni dell’ultimo biennio. Per il “contingente europeo” tra i favoriti bisogna annoverare l’Inghilterra, sempre difficile da battere in casa e l’Irlanda, formazione dotata di esperienza, estro e qualità notevoli. Un gradino sotto il Galles, a causa degli infortuni del mediano di mischia Webb e dell’estremo (e calciatore) Halfpenny.
La Francia rappresenta, come sempre, un’incognita: non parte tra le favorite della vigilia ma se dovesse trovare la giusta amalgama strada facendo diventerà la mina vagante della Rwc. Del resto quattro anni fa, in Nuova Zelanda, dopo una partenza in sordina che li pose a rischio eliminazione, giunsero a giocarsi la finale con i padroni di casa, uscendo sconfitti per soli tre punti. Una menzione speciale, infine, merita l’Argentina: unica nazionale a scendere in campo senza oriundi o equiparati, punterà tutto sulla celebre “Garra”, lo spirito combattivo dei Pumas che indossano la mitica maglia albiceleste.
Francesco Pezzuto