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Rob Zombie riporta in sala Groucho Marx

by Davide Trovato
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rob-zombie-groucho-marxMilano, 20 giu – “Je suis Marxiste, tendance Groucho” (“Sono Marxista, tendenza Groucho”,ndr). La frase comparve una mattina del 1968 su un muro di Parigi, e da sola riassume perfettamente la comicità e l’influenza sui posteri di Groucho Marx. Oggi, a trentotto anni dalla scomparsa di questo mito cinematografico a stelle e strisce, un “particolare” marxista di tendenza grouchiana ha deciso di riaccendere i riflettori sul personaggio: Rob Zombie ha infatti dichiarato che il suo prossimo lavoro sarà un biopic su Groucho Marx. L’opera sarà basata sul memoir di Steve Stoliar – Raised eyebrows: my years inside Groucho’s house – di cui il regista ha appena acquisito i diritti, che ripercorre gli ultimi anni di vita del grande comico.

L’accostamento dei due potrebbe sembrare strano ai più. Per chi ne fosse a digiuno, Rob Zombie – noto ai più per essere stato il fondatore, cantante e compositore del gruppo alternative metal White Zombie – si è dedicato negli ultimi dodici anni alla regia, portando sul grande schermo pellicole sempre accostabili all’horror. Suoi ad esempio sono il remake dello slasher di John Carpenter Halloween ed il successivo sequel Halloween II, così come il controverso The Lords of Salem. Eppure osservando bene le sue pellicole, la passione di Zombie per Groucho non appare affatto celata. Nei due film d’esordio alla regia infatti – La casa dei 1000 corpi ed il meraviglioso sequel La casa del diavolo (The Devil’s Rejects), per chi scrive uno degli “horror” più belli realizzati negli ultimi dieci anni – i personaggi principali della saga prendono i nomi proprio dai ruoli interpretati dal bizzarro attore premio oscar: tra gli altri, Captain Spaulding, Otis B. Driftwood, Rufus T. Firefly. Inoltre, mentre il riferimento appare piuttosto celato nel primo film, è nel sequel che assume un vero e proprio significato di omaggio, con i nomi che assurgono a parte integrante del plot.

A proposito di questa passione, il filmaker e musicista ha dichiarato: “Sono un grande fan di Groucho Marx fin da quando ero bambino e ricordo di aver letto innumerevoli opere su questa leggenda della comicità, ma dopo aver letto ‘Raised Eyebrows’ la mia prospettiva su Groucho ha preso totalmente una nuova strada” – e ancora – “Ho subito capito che questo progetto poteva essere il Sunset Boulevard di Groucho e che volevo portarlo sul grande schermo. Si tratta di un racconto triste, divertente e molto oscuro su gli ultimi anni di una delle più grandi stelle di Hollywood”.

Un punto di vista di certo anomalo e poco convenzionale per chi proprio in questi giorni è alle prese con la realizzazione di 31, film che ripercorre il rapimento di cinque persone durante la vigilia di Halloween, costrette a torture e mutilazioni in una casa dei divertimenti latale chiamata Murder World (Mondo Omicidio, ndr). Eppure se c’è una che di certo non si può non riconoscere a Rob Zombie è la capacità e la meticolosità nella progettazione e realizzazione delle sue pellicole. Come a dire, se già un film sugli ultimi anni di vita di un personaggio iconico come Groucho Marx sarebbe stato interessante di per se, con uno “zombie” alla regia non vediamo l’ora di scoprirne il risultato.

Davide Trovato

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