Roma, 1 ott – Il ritrovamento di due scheletri di individui di origine cinese nel cuore dell’Impero Romano ha creato un certo scalpore tra archeologi e storici. Possiamo solo immaginare quanto ne abbia creato il ritrovamento di monete romane del IV secolo dopo Cristo in pieno Giappone. Si tratta di quattro monete di rame che gli archeologi giapponesi hanno trovato sotto le rovine del castello di Kasturen, nella città di Uruma nella prefettura di Okinawa. Le monete hanno un diametro di poco meno di due centimetri, le due facce presentano incisioni molto rovinate ma le prime analisi sembra abbiano confermato l’identità di uno dei volti incisi. Si tratterebbe dell’imperatore Costantino I, regnante all’inizio del IV secolo.
“Non potevo crederci” ha commentato l’archeologo Hiroyuki Miyagi dell’Università di Okinawa, “ho pensato che si trattasse di falsi lasciati da qualche turista”. Ma a confermare l’autenticità è stato Toshio Tsukamoto, ricercatore e curatore del patrimonio culturale del tempio Gangoji. “Ho effettuato molti scavi in Egitto e in Italia e quando le ho viste lo ho riconosciute immediatamente”. Ovviamente il ritrovamento non presuppone un contatto diretto tra Roma e il Giappone, anche perché la costruzione del castello di Katsuren risalirebbe al XII secolo, ma confermerebbe l’intensa attività lungo la via della seta, il grande reticolo di itinerari commerciali che collegava il Mediterraneo all’estremo oriente.
La scoperta oltre a dare un nuovo tassello per ricostruire un periodo storico piuttosto oscuro del sud-est asiatico, getta anche nuova luce sulla centralità di Katsuren: i suoi commerci con la Cina erano già noti ma ora i ricercatori vedono rafforzata l’ipotesi secondo cui Okinawa e le isole Ryukyu, che in quel periodo ancora non facevano parte dell’Impero del Giappone, avessero contatti con tutta l’Asia orientale.
Carlomanno Adinolfi