Porto, 7 mag – Una ricerca astronomica tutta europea, a guida portoghese (Università di Porto), è riuscita per la prima volta nell’intento di osservare direttamente lo spettro della luce visibile riflessa da un esopianeta, cioè un pianeta appartenente a un altro sistema solare.
Non si tratta di un pianeta qualsiasi, ma del primo del quale si è scoperta l’orbita intorno a una stella normale, simile al nostro Sole: 51 Pegasi b, anche noto come Bellerophon.
La tecnica impiegata per ottenere lo straordinario risultato promette un futuro eccitante, in particolare con l’avvento di strumenti e telescopi di nuova generazione.
Bellerophon si trova a circa 50 anni luce dalla Terra (circa 500 mila miliardi di chilometri), nella costellazione di Pegaso. Fu scoperto nel 1995 e sarà ricordato per sempre come il primo esopianeta orbitante intorno a una stella simile al Sole. Inoltre, è considerato un archetipo di un “Giove caldo”, cioè un pianeta gigante gassoso, con massa e diametro simile a Giove ma che, essendo molto più vicino alla sua stella, è anche molto più caldo (oltre 800 gradi). Insomma, tutt’altro che potenzialmente abitabile, ma scientificamente molto importante.
In particolare, Bellerophon ha massa circa metà di quella di Giove, diametro probabilmente un po’ più grande, e orbita intorno alla sua stella “51 Pegasi” in poco più di quattro giorni (contro i 365 della Terra).
Dal 1995, oltre 1900 altri esopianeti in ben 1200 sistemi planetari diversi sono stati scoperti, ma, nell’anno del ventesimo anniversario della sua scoperta, 51 Pegasi b fornisce di nuovo l’occasione per un prodigioso avanzamento delle conoscenze astronomiche.
Il team di ricerca guidato da Jorge Martins dell’Istituto di Astrofisica e scienza dello spazio e dell’Università di Porto, in Portogallo, ha utilizzato gli strumenti HARPS montati sul telescopio ESO di diametro 3,6 metri all’osservatorio La Silla in Cile.
Mentre il metodo generalmente utilizzato per esaminare l’atmosfera di un esopianeta consiste nell’osservazione dello spettro luminoso della relativa stella, filtrato attraverso l’atmosfera del pianeta durante il suo transito di fronte alla stella (spettroscopia a trasmissione), l’approccio alternativo utilizzato è stato quello di osservare il sistema-pianeta quando la stella passa davanti al pianeta stesso, fornendo una informazione diretta sulla temperatura del pianeta.
Non dipendendo dal transito del pianeta, la nuova tecnica può essere potenzialmente utilizzata per studiare molti più esopianeti, consentendo la rilevazione diretta della luce visibile riflessa dal pianeta e quindi di distinguerne direttamente molte più caratteristiche.
Spiega Jorge Martins: “Questo tipo di tecnica di rilevazione è di grande importanza scientifica, in quanto consente di misurare la massa reale del pianeta e la sua inclinazione orbitale, che è essenziale per comprendere meglio il sistema. Consente inoltre di stimare la riflettività del pianeta (o ‘albedo’), che può essere utilizzata a sua volta per derivare la composizione sia della superficie sia dell’atmosfera del pianeta”.
La ricerca è stata pubblicata sull’importante rivista Astronomy & Astrophysics col titolo “Evidence for a spectroscopic direct detection of reflected light from 51 Pegasi b”.
Francesco Meneguzzo