Padova, 21 ago – Pesa solo 200 grammi, il volume quello di una piccola arancia e sostituisce in toto le funzioni dell’organo naturale, è ricaricabile dal paziente ed è adatto anche al torace di giovani e donne.
Sbarca in Italia il mini-cuore bionico made in Usa “CardioWest 50 cc”, un cuore artificiale totale, che è stato impiantato per la prima volta a Padova in un giovane 26enne che 12 anni fa era già stato sottoposto a un trapianto tradizionale, ma che a causa delle terapie anti-rigetto si è ammalato di un grave linfoma, un cancro del sangue, causa del danneggiamento irreversibile del vecchio cuore ricevuto da adolescente.
“E’ in buone condizioni di salute, è stato dimesso ed è completamente guarito dal linfoma”, sostengono i medici
L’intervento, il primo in Italia e da primato mondiale per un giovane già trapiantato, porta la firma di Gino Gerosa, direttore di Cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera-università di Padova, e dei colleghi Cosimo Guglielmi e Vincenzo Tarzia che, con l’assistenza di anestesisti e infermieri, hanno compiuto l’impresa in 11 ore.
Il Centro di cardiochirurgia dell’azienda ospedaliera padovana, la più importante del Veneto, nel 2007 è stato il primo in Italia a impiantare in pazienti adulti il cuore artificiale totale “CardioWest 70 cc”, iIl modello precedente che però “aveva dimensioni che non ne permettevano l’utilizzo in giovani e donne – spiega Gino Gerosa – non tanto per il peso, comunque minimo considerando che si tratta di gusci in poliuretano, quanto per la grandezza”. Il nuovo dispositivo ha invece la dimensione giusta “Pensate a un’arancia di 50 centimetri cubi di volume”, suggerisce con entusiasmo il cardiochirurgo, dato che questo apre la strada della speranza per numerosi giovani e donne.
Nel caso, poi, del ragazzo, residente nel centro Italia, che ha goduto dello straordinario intervento, non rimanevano alternative – né apparecchi parziali né trapianto classico da cadavere – a causa dei danni inferti dal linfoma, una malattia che può intervenire in caso di uso di farmaci anti-rigetto: a 10 anni dall’intervento il linfoma colpisce nel 2% dei casi.
“A questo punto l’unica via percorribile per il paziente, che non poteva subire un nuovo trapianto di cuore umano per la neoplasia in atto – puntualizza Gerosa – era il cuore artificiale totale per giovani, che non era mai stato impiantato prima in Italia”. Effettuata la valutazione, la decisione è staa presta ed è iniziata “una folle corsa contro il tempo”.
“Dopo aver espiantato il cuore trapiantato 12 anni prima, operazione particolarmente complessa vista la situazione anatomica legata al precedente trapianto cardiaco – osserva Gerosa – abbiamo inserito il nuovo cuore artificiale totale, e lo abbiamo attivato permettendo il recupero dei vari organi danneggiati. Il dispositivo è stato connesso con i grandi vasi sanguigni del torace e una consolle esterna gli fornisce l’aria capace di far muovere i diaframmi presenti all’interno del cuore artificiale, in grado di eiettare il sangue”. La consolle ha un’autonomia di 6 ore, con possibilità di ricarica direttamente da parte del paziente. Ora il giovane sta bene ed è uscito anche dal tunnel del linfoma poiché il cuore artificiale non necessita di farmaci anti-rigetto.
L’innovazione è importantissima anche in relazione al fatto che meno del 40% di chi avrebbe bisogno di un trapianto di cuore riesce a riceverlo. “Il nuovo scenario – commenta Claudio Dario, direttore generale dell’Azienda ospedaliera padovana – si è potuto aprire grazie anche all’innovazione tecnologica di cui questa azienda si è dotata da anni. Il costo di un cuore artificiale totale si aggira intorno agli 80 mila euro”. Costoso, ma la vita di un giovane italiano vale molto di più.
Francesco Meneguzzo