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Premio Bresson a Bellocchio: la Chiesa è talmente alla frutta da onorare i suoi nemici

by Stelio Fergola
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Chiesa Bellocchio

Roma, 5 set – La Chiesa premia Marco Bellocchio e se ne vanta pure sulle proprie pagine web. Per carità, il tema “Chiesa potere inesistente nel XXI secolo” è straconosciuto. Soprattutto se si parla di completo ripiegamento a tutti i diktat progressisti su immigrazione, sistema economico, società, o di completo “silenzio ripiegamento” sulle derive etiche (contro le quali ogni tanto esce una dichiarazione, o più propriamente viene espressa in una “nascostissima enclica, sommersa da tentativi squallidi di dialogo con l’universo liberal), non è una notivà. Diciamo che rendere meno evidente la propria auto-distruzione potrebbe essere, come dire, “interessante”. Ma, evidentemente, in Santa Sede stanno progressivamente mollando pure le apparenze. Perché il patrocinio non lascia dubbi: è il Dicastero per la Cultura e l’Educazione e del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede stessa.

La Chiesa che premia Bellocchio è l’ennesimo simbolo di caduta verticale

Bellocchio è il classico liberal moderno. Che attacca la fede e la religione, ma senza ammmettere di attaccarla, spacciandosi per “voce verità” che però qualche pacca sulla spalla (del tutto dialettica e quindi inutile) a credenti boccaloni e al Papa la dà eccome. Come quando dichiarò, l’anno scorso, di essere ateo (ma dai, Marco, non ce lo aspettavamo: grazie di avercelo confessato!) ma di essere anche “affascinato dalla fede” (una frase che può voler dire tutto e niente e quasi sempre significa niente). Le sue opere parlano da sole. Indipendentemente dalla veridicità o meno dei temi trattati (non è certo un mistero che la Chiesa abbia fatto tanti errori, scemenze e perfino commesso crimini nella sua esistenza, che però con la fede c’entrano nulla), l’ultima è Rapito. Tanto per cambiare, un attacco diretto al mondo ecclesiastico.

Ora, la critica di Bellocchio può anche essere giusta, in certi frangenti. Ma il modo in cui la Santa Sede accolga questi attacchi alla sua esistenza, nell’illusione di dimostrarsi “più giusta” al pensiero dominante, di evitare le sue continue critiche o (pura fantascienza) addirittura di convertire qualcuno, fa semplicemente ridere a crepapelle. Da anni assistiamo a questo processo: la Chiesa chiede scusa per qualcosa ai progressisti, i quali le danno una carezza, le dicono “Brava!”, per poi proseguire impunemente nella sua distruzione.

Un’istituzione, ad oggi, quasi inutile

Mettiamo il “quasi” perché penso sia praticamente impossibile non avere alcun ruolo in una società, specialmente per un gigante – o meglio, ex-gigante – come la Chiesa cattolica, se non altro, anche nella squallida versione XXI secolo, erede di un patrimonio enorme in termini di strutture e risorse. Fatto sta che questo nano – perché così va definito, ormai – non ha, di fatto, nessuna incidenza nel reale. E si fa dire cosa approvare da altri. Li premia addirittura, “gli altri”.

La cosa più triste di tutto ciò è che la maggior parte dei “cattolici” (anche quei pochi che ancora credono davvero in Dio) approva tutto ciò. Diventando anch’essi utile spalla idiota del dominio liberal e della sua distruzione dell’umanità  (per come la conociamo, almeno). Che dire, davvero dei tipi svegli, quelli che vivono a San Pietro. O forse semplicemente complici? Questo, ovviamente, non potremo mai saperlo.

Stelio Fergola

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