Roma, 2 lug – Prima di suggerire di prosciugare le presunte “pozzanghere fasciste” nel partito di Giorgia Meloni, Alessandro Giuli ci aveva perfino schiacciato i piedini, se si pensa alla sua partecipazione alla festa nazionale di Cpi, ovvero Casapound. Certamente, è passato qualche anno, visto che si parla del settembre del 2018. Ma in ogn caso suscita quanto meno suggestione confrontare la storia passata (comunque non antidiluviana) con i “consigli e supporti” che il giornalista ha lanciato nell’intervista al Corriere della Sera di cui vi abbiamo parlato ieri.
Giuli alla festa nazionale Cpi
Correva, per l’appunto, il 2018. Il mese era settembre, il giorno l’8, ovvero la seconda giornata. Giuli parla al pubblico di Cpi, durante la presentazione del libro La Nazione fatidica di Adriano Scianca. Accolto quasi come un fratello, il giornalista commenta l’ultimo lavoro del direttore del Primato Nazionale. Con toni tutt’altro che inclini al “prosciugamento di pozzanghere”. Già l’anno prima le stesse “pozzanghere” erano fin troppo seducenti per il signor Giuli, che su La7, ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulita, di fianco a un Simone Di Stefano all’epoca leader del movimento, ne aveva quasi tessuto le lodi: “Loro sono diventati interessanti da quando hanno abbandonato l’approccio truculento”, e il pensiero esposto si riassumeva in questo concetto: “I fascisti del terzo millennio scopano”, descrivendo le sedi piene di ragazzi e ragazze e, in generale, di gioventù attiva. Il link potrà illuminare di più, eventualmente, il lettore…
Altro che pozzanghere…
Il caro Giuli, dunque, in quelle pozzanghere ci ha nuotato. Tralasciando il fatto che fossero pozzanghere “scopereccie” per usare le sue stesse proposizioni. Perché la dimensione di Casapound, rispetto a quella di Fratelli d’Italia, è tale. Indipendentemente dal fatto che siano due movimenti politici distinti. Dunque fa assolutamente effetto il fatto che il giornalista parli oggi di prosciugare ciò in cui lui per primo ha sguazzato. Forse perché si scopa? Domanda ovviamente a cui rispondiamo con approccio dubitativo (in tutti i sensi).