239
Roma, 1 lug – Se il calcio internazionale non va in vacanza puo dire grazie alla Confederations Cup che, pur non essendo certo entusiasmante come i mondiali o gli europei, è comunque capace di regalare qualche piccola emozione. Un esempio è la favola di Claudio Bravo, il portiere cileno capace di parare tutti e tre i rigori del Portogallo condannando così Cristiano Ronaldo e compagni all’eliminazione dalla competizione. In patria è subito diventato un’icona, come è giusto che sia.
Eppure c’è stato un portiere capace di fare di meglio, ma vittima di un destino molto diverso da quello del fenomeno cileno. Dobbiamo andare indietro al lontano sette maggio del 1986 quando la Steaua Bucarest vince la Coppa dei Campioni – potete pure chiamarla Champions League – ai rigori contro il Barcellona. L’eroe è il portiere romeno, di origini tedesche, Helmut Duckadam capace di parare ben quattro rigori. Siamo nella Romania messa in ginocchio dalla dittatura di Ceausescu dove scarseggiano gas ed elettricità tanto da non permettere un’adeguata preparazione a Duckadam e compagni, ai quali viene concesso di cambiare campo d’allenamento pochissimi giorni prima della finalissima di Siviglia.
Nonostante la Steaua sia la squadra dell’esercito, finisce comunque vittima di quella estrema paranoia tipica dei regimi comunisti. A farne le spese sarà proprio Helmut Duckadam, che da “Eroul de la Sevilla” – eroe di Siviglia – scompare. Ceausescu non gli perdona questo suo successo – più che meritato visti i miracoli in terra andalusa – in occidente. Agli occhi dell’ormai morente regime del “Conducator” si tratta di un tradimento nei confronti del socialismo. Varie voci si sono susseguite sulla scomparsa dal calcio del portierone romeno: uno dei figli di Ceausescu avrebbe addirittura incaricato la polizia politica di rompere le mani di Duckadam. Tra le tantissime, troppe vittime del socialismo reale annoveriamo dunque anche questo grande atleta. Chissà che Claudio Bravo non sia a conoscenza di questo suo sfortunato ex collega, passato dalla gloria al mistero più fitto in pochissimo tempo, lo stesso lasso di tempo in cui un rigore viene parato.
Giacomo Bianchini