Roma, 22 apr – Più Europa non perde certamente l’occasione di vantarsi dei soldi ricevuti da George Soros. Ormai senza alcun ritegno, una parte della classe politica ammette candidamente di lavorare per gli interessi altrui. Magari non lo asserisce proprio direttamente (ma chissà, un giorno potremmo aspettarci perfino quello…) ma in ogni caso ci va molto vicina…
Più Europa e l’orgoglio di ricevere soldi da Soros
Insomma, c’è addirittura da esibirlo orgogliosi. Perché tanto sono soldi “regolari”, quindi che c’è da scandalizzarsi? Poco importa che la fonte si un magnate esecutore di innumerevoli azioni e sostegni non certo in favore delle sovranità dei popoli in cui sono state sviluppate, o che sia comunque filosoficamente curatore di interessi particolari che con la politica non dovrebbero entrare in contatto neanche per sbaglio. È tutto regolarmente registrato, quindi va bene. Sudditanze incluse. Così, come riporta Adnkronos, Più Europa è felice, giuliva di ricevere soldi da Soros. Riccardo Magi e il segretario Benedetto Della Vedova esultano: “Sono contributi che alcuni nostri candidati hanno ricevuto secondo le regole, pubblicati sul sito della Camera in base alla legge, che non solo confermiamo ma che rivendichiamo”. Finalmente un po’ di onestà, verrebbe da dire…
Peraltro, in teoria, ci sarebbe da discutere su una regolarità abbastanza “aggirata”…
Qualche spicciolo, niente di che
Diciamolo però, non è che siano chissà quanti soldi. “Appena” un milione di euro, con cui il magnate risulta tra i principali finanziatori del partito fondato da Emma Bonino nel 2017 e ora a guida dello stesso Magi. Soros ha anche sostenuto la campagna del 2022, e molti dei sostegni erano di tipo parlamentare, ragion per cui solo l’attuale guida e Della Vedova ne hanno beneficiato. In quell’anno, ben 312mila euro ( con data di protocollo 30 gennaio 2023), ‘sono finiti proprio a favore di Della Vedova, con la stessa somma versata anhe a Magi. In ogni caso, a partire dal gennaio 2019, i partiti e i movimnenti in Italia non potrebbero essere finanziati dall’estero, ma si tratta di una regola piuttosto debole, in quanto lo stop non vale per i singoli candidati che ottengono un contributo diretto. Insomma, gioco delle tre carte bello che servito…
Alberto Celletti