Roma, 1 feb – Ora si parla di “Partito repubblicano”. Matteo Salvini, dopo la figuraccia del Quirinale, rilancia un progetto di cui è si parlato la scorsa estate e che era stato di Silvio Berlusconi – riportato dalla tutta la stampa, tra cui Repubblica – prima ancora.
Il “Partito repubblicano”: un nuovo Popolo delle Libertà?
Ricordandoci sempre l’omonimia con un altro Partito repubblicano italiano, quello di antichissima tradizione e risalente al 1895, tutt’oggi esistente ma praticamente fuori dalla scena politica, la “nuova” versione proposta da Salvini altro non è se non l’ennesima idea di “federare” in qualche maniera i partiti di centrodestra. Berlusconi aveva rilanciato l’idea qualche tempo fa, e Salvini si era perfino dimostrato scettico, preferendo parlare di “federazione e non di partito unico”, come riportato a suo tempo dal Giornale.
Ma in realtà un partito unico di centrodestra è già esistito in tempi recenti, e il suo nome era “Il Popolo delle Libertà” (PdL). Un progetto durato lo spazio di cinque anni (fino al 2013) fondato sostanzialmente sulla capacità di attrattiva – all’epoca ancora fortissima – dello stesso Silvio Berlusconi. Nato morto già alla nascita, il PdL si formò per salire ancora una volta sul treno berlusconiano, prima che Gianfranco Fini consumasse il suo modesto e puerile tentativo di tradimento.
La storia l’ha sempre bocciato, e il momento non è dei migliori
Dopo una figuraccia così pesante come quella che ha coinvolto la Lega nella rielezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica, forse non sarebbe il caso di lanciare proposte del genere. Se non altro in un momento in cui le forze della coalizione si sono dimostrate più divise che mai. Per quale motivo dovrebbero trovare energie per ricompattarsi dopo una spaccatura così forte? Fermo restando che, per costruire una formazione politica unitaria duratura, serva ben altro che una semplice intesa su un voto, per quanto importante essa possa essere. Insomma, servirebbe una profonda comunanza di valori, di idee della società e dell’economia che i partiti di centrodestra tra loro non hanno.
Perché è questa la constatazione di fondo: le formazioni che compongono il centrodestra presentano differenze ideologiche, socioeconomiche e culturali notevolissime e spesso incompatibili tra loro. Questo al netto della tristezza di doverne osservare il sostanziale ripiegamento ai voleri del Pd e di tutta l’area di centrosinistra. Il PdL fallì esattamente per quello: perché si fondava sul traino della vecchia Forza Italia verso le forze politiche alleate. Non c’era altro. L’eventuale Partito repubblicano proposto da Salvini, forse, potrà anche vedere la luce. Ma è davvero difficile pensare che possa avere qualcosa di sostanzialmente più valido.
Stelio Fergola
1 commento
E’ da sottolineare che il Partito Repubblicano Italiano (rif. La Malfa), null’ altro era che il partito delle banche!
Che oggi possa ritenersi molto più esteso è palese…