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La morte di Marco Pannella, i “diritti civili” e “noi”

by Adriano Scianca
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Marco-Pannella-le-sue-condizioni-di-salute-peggiorano-trasferito-in-una-struttura-segretaRoma, 20 mag – Dopo il mio articolo che rendeva l’onore delle armi a Marco Pannella, sottolineando però la sua radicale alterità alla linea di questo quotidiano on line, un amico proveniente dalla destra anticonformista mi ha fatto presente il suo dissenso, sostenendo che invece il leader radicale “era uno di noi”. Il motivo di questo arruolamento (di Pannella nei nostri ranghi o del mio amico nelle file dei radicali?) sono le arcinote battaglie per i “diritti civili”. È una posizione meno singolare e isolata di quanto sembri, quindi forse vale la pena di affrontarla.

Ora, “diritti civili” è un sintagma totalmente vuoto di significato (e su cui ci siamo già soffermati a suo tempo). È una formula tipica del nostro linguaggio, che parla senza dire nulla. Tanto per cominciare non si capisce il filo conduttore di tutte queste “battaglie”: se sono a favore del divorzio devo esserlo anche della cannabis libera? Se sono per il riconoscimento delle coppie gay devo anche esserlo rispetto alla loro possibilità di adottare? Si tratta, con ogni evidenza, di problematiche molto diverse e che meriterebbero trattazioni separate. Su ognuna di esse, peraltro, esistono autori della grande cultura non conformista del ‘900 che hanno già espresso posizioni originali e non bigotte, quindi, anche se si vuole passare per “moderni”, non c’è bisogno di mettere la foto di Pannella sul comodino.

Ma sfugge, soprattutto, la cifra del reale messaggio politico radicale. Essere con Pannella significa essere per uno Stato minimo, quasi inesistente, essere per il liberismo più sfrenato, per lo smantellamento dello stato sociale, essere aprioristicamente a favore di ogni guerra americana, di ogni nefandezza israeliana, individuare in Putin il nemico principale, sostenere galantuomini come i ribelli siriani e i ribelli ceceni, ovvero il fior fior del terrorismo jihadista, essere per le frontiere come porte girevoli in cui ognuno possa andare e uscire a piacimento. Ora, se non si individua in tutto ciò lo spartiacque fondamentale, ma ci si ferma ai “diritti civili”, si vede che le categorie politiche sono completamente saltate. Non ci si divide sul divorzio, se non al limite per lo spazio di un referendum, ci si divide sui destini della nazione. È lì che si separano i nostri e i loro. Non è che Pannella e Marinetti sono sullo stesso fronte perché entrambi volevano il divorzio, così come Alfredo Rocco e Giovanardi non sono sulla stessa trincea per il fatto di essere dei conservatori. Non è così che funziona, non ha mai funzionato così, se non nelle nostre allucinazioni che danno sostanza a spettri concettuali come i “diritti civili”.

A meno che tutta questa improvvisa beatificazione di Pannella anche lontano dalla sua casa madre non derivi da una qualche soggezione a una coolness mediatica costruita a tavolino. Insomma, stare con Pannella perché lui era mezzo matto, faceva ciò che gli pareva, faceva dispetto ai preti e alla Dc e si è fatto il codino a 80 anni. Ma questo rende lo scomparso leader radicale, tutt’al più, “simpatico”, come peraltro abbiamo scritto. Il sospetto è che certe infatuazioni abbiano origine dalla sindrome del “non-essere-Gasparri”. Ma per non sembrare Gasparri basta… non esserlo, essere altro, senza incaponirsi nel dover essere a tutti i costi il suo contrario. La tentazione di far dispetto alla destra è un altro modo di essere di destra, così come l’anticlericalismo di maniera è solo un altro modo per essere bigotti.

Adriano Scianca

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4 comments

Alessandro Maurizi 20 Maggio 2016 - 9:48

diritti civili: se volesse dire torti morali? (come recitava un cartello in una manifestazione americana)

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Anonimo 20 Maggio 2016 - 10:05

Sicuramente più vicino ideologicamente di tanti politicanti democristiani o socialisti
-lotta contro la pena di morte(convegni con i ragazzi rautiani)
-lotta alla partitocrazia(insieme ad Almirante)
-lotta alla fame nel mondo (che può essere letta come “aiutare a casa loro” le genti che muoiono di fame)
-diritti dei detenuti
-lotta contro i reati di opinione (per davvero!)
-non violenza e non ..pacifismo!!
E poi lotta ostinata corpo e anima, lotta profonda ,viscerale ,eresia!

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Martino 20 Maggio 2016 - 11:23

Mi sembra una questione di lana caprina. Io, da fascista, sono comunque riconoscente a Pannella per varie questioni, la prima è che ebbe il coraggio di definire la strage di via Rasella un atto di terrorismo.

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Cesare 21 Maggio 2016 - 11:56

Charlie a me fà schifo.Je suis Charlie vuol dire che a questi stà bene offendere le altre religioni senza alcun motivo se non quello dell’ avvento del satanismo e ateismo.Ovviamente questi non si sognerebbero mai di parlare dei sionisti in maniera negativa dato che risulta che una famiglia sionista sia proprietaria della rivista Charlie Hedbo.E per sionisti si intendono quelli che seguono la bibbia esoterica satanica tallmud,che permette anche l’uccisione dei bambini goyim, cioè i non ebrei.Questi vanno ben distinti dagli ebrei per bene che seguono il Talmud e che sono tolleranti e non si credono superiori agli altri.
Per quanto riguarda il pro-pedofili Pannella è servito ai poteri forti stranieri e massoni per sfasciare l’Italia e le sue tradizioni cristiane per l’avvento del loro nuovo ordine mondiale con un uomo senza patria, famiglia, religione e identità sessuale da poter manovrare e schiavizzare a piacere.Il tutto con banche centrali private degli amici suoi che in cambio di carta si prendono i beni di paesi interi.
Basti pensare a tutto il rilievo che hanno dato i media del potere a un soggetto tale per capire chi era dietro a questo demolitore della nazione italiana

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