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Paesi "fantasma", quei 6mila borghi d'Italia sospesi nel passato

by Ilaria Paoletti
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Massa, 12 dic – Teresa si è spenta, ad 85 anni, all’Istituto Cabrini di Potremoli. E con lei, muore un paese. Teresa Pini era infatti l’ultima abitante di Braia, piccola frazione della Lunigiana. I suoi nipoti, Lisa e Luciano, hanno seguito l’esempio di tanti loro coetanei e ora vivono a Londra. Gli altri parenti, tutti in centri più grandi. Lei ha scelto di rimanere da sola, senza telefono, in compagnia del suo cane, fino ad essere costretta a spostarsi a Pontremoli per via della malattia. Un amico dell’anziana ha dichiarato  al quotidiano La Nazione: “Insieme Teresa e il cane hanno sorvegliato le antiche mura nel silenzio e nel segno della memoria.” Con la dipartita dell’ultima “custode”, Braia va ad aggiungersi agli oltre 6000 borghi “fantasma” d’Italia. Elencarli è come fare un censimento di una parte della storia d’Italia che muore. Non sono infatti un’eccezione alla regola per la nostra nazione. Anzi, questo fenomeno sta velocemente diventando la norma con la perdita per cause “naturali” degli ultimi “sopravvissuti”.

La tendenza all’abbandono dei piccoli paesi ha avuto il suo picco, come è intuibile, durante il boom economico del dopoguerra: la popolazione di questi centri abitati, proprio in questo periodo, ha in massa lasciato le campagne in cerca del benessere e del progresso in città, preferendo l’industria all’agricoltura. Questo fenomeno, banalmente detto “spopolamento”, interessa il 47% dei paesi “fantasma” d’Italia. Le restanti cause sono legati a eventi ben precisi, in maggior misura naturali, come smottamenti, terremoti o alluvioni. Una percentuale abbastanza alta relativamente agli abbandoni di tali borghi è dovuta alla chiusura di strutture che generavano indotto economico: dalle piccole manifatture alle miniere.

Il record di borghi abbandonati lo detiene, appunto, la Toscana della signora Pini con ben 19 borghi. Subito dopo viene  il Piemonte con 17 paesi abbandonati. Condividono il terzo posto Liguria e Sardegna. Come è possibile dedurre da questi dati, le zone Appenniniche sono le più colpite dall'”abbandono”. Nelle regioni del Nord, abbiamo fenomeni come quello della Valle D’Aosta, con un solo borgo abbandonato: ma, purtroppo, gli stessi dati ci dicono che tutte le regioni italiane, nessuna esclusa, hanno almeno un paese “fantasma”.

Ilaria Paoletti

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1 commento

Flavio 12 Dicembre 2018 - 4:27

Nel viterbese ci sono tantissimi borghi o ruderi abbandonati, che meriterebbero maggiore attenzione e cura.
Purtroppo i sindaci sono poco collaborativi su operazioni di salvaguardia e valorizzazione; tempo fa ho contattato molti comuni e frazioni per chiedere maggiori informazioni senza ricevere alcuna risposta.
L’Italia è piena di storia (snobbata e sepolta dall’indifferenza)

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