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Omaggio e scuse per aver combattuto dalla “parte sbagliata”: tristezza al parlamento canadese

by Michele Iozzino
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Hunka

Roma, 26 sett – È una caso del tutto singolare quello scoppiato in Canada questi giorni. Un caso che riassume tante delle idiosincrasie e dei cortocircuiti di cui vivono i nostri tempi. Al centro del dibattito l’omaggio che il parlamento canadese ha tributato a Yaroslav Hunka, veterano di guerra novantottene di origini ucraine, e le rapidissime scuse che sono seguite alla standing ovation.

Il caso Yaroslav Hunka

In occasione della visita in Canada del presidente ucraino Vlodymyr Zelensky e del suo discorso di fronte la parlamento di Ottawa, lo speaker della Camera dei Comuni Anthony Rota ha deciso di dedicare un breve momento a Hunka, presente sulle tribune: “Oggi abbiamo qui un veterano della Seconda guerra mondiale che ha combattuto per l’indipendenza dell’Ucraina contro i russi e che continua a sostenere le truppe anche oggi all’età di 98 anni”. Per poi ribadire: “È un eroe ucraino e canadese, e lo ringraziamo per i servizi resi”. Parole a cui sono seguiti i lunghi applausi del parlamento, compreso il premier Trudeau e lo stesso Zelensky. Fin qui nulla di particolare. A scompaginare le carte sono state alcune associazioni antisemite con in testa il Centro amici di Simon Wiesenthal (il notorio “cacciatore di nazisti”). Dalle segnalazioni di questi ultimi è emerso come Hunka abbia sì combattuto contro i russi, ma che lo abbia fatto sotto le insegne tedesche. Più precisamente, inquadrato sotto la quattordicesima Division Waffen Grenadier delle Ss, unità militare del Terzo Reich composta per lo più da volontari ucraini. L’associazione della comunità ebraica ha quindi le scuse per l’omaggio alla Camera che ha definito “scioccante” e “incredibilmente inquietante”.

L’ipocrisia del parlamento canadese

Di punto in bianco Hunka è passato dall’essere eroe à la page all’essere un personaggio impresentabile, tanto da costringere Rota a delle scuse repentine: “Venerdì dopo il discorso del presidente dell’Ucraina, ho salutato una persona in tribuna e poi ho appreso nuove informazioni che mi fanno pentire di averlo fatto. Vorrei in particolare offrire le mie più sincere scuse alle comunità ebraiche in Canada e nel mondo”. Lo speaker della Camera ha assicurato di essere “l’unico responsabile di questa iniziativa” e di assumersi “la piena responsabilità delle azioni”. Ha poi spiegato di non essere a conoscenza dei legami di Hunk con l’esercito nazista e di averlo chiamato perché vota nel distretto elettorale che lui rappresenta in parlamento. Una vicenda che dimostra tutta l’ipocrisia di una politica che vive di spettacolarizzazione, tanto più appariscente quanto è superficiale, sia che ad essere esposti al pubblico siano i meriti che le colpe. A tuffarsi nella notizia è stata anche la Russia, con l’ambasciatore in Canada che ha affermato all’agenzia di stampa statale russa RIA che il governo canadese è “essenzialmente, la personificazione del fascismo neoliberista”, come se non fosse sufficientemente ridicolo immaginarsi Trudeau in fez e camicia nera.

Michele Iozzino

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