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Olimpiadi della vergogna: l’uomo che compete con le donne (e nel pugilato, per giunta)

by Aurelio Del Monte
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Olimpiadi vergogna khelif

Roma, 31 mag – Le Olimpiadi francesi sono quelle della vergogna. Purtroppo non celata da pagine meravigliose – per casa nostra – come il trionfo delle ragazze italiane nella Spada ieri sera. Storie bellissime che purtroppo non riescono a nascondere la miseria umana, quando si palesa in tutta la sua mediocrità. Specialmente se si tratta di una miseria che infanga gli stessi generi maschile e femminile. In questo caso, sono le donne che dovrebbero alzare la voce. La storia dell’atleta trans – ma, di fatto, uomo – che compete nel pugilato femminile è uno scempio indifendibile. A cui le femministe difficilmente presteranno attenzione…

L’uomo che si percepisce donna picchia le donne sul ring: e il rischio è addirittura la vita

Come riporta il Giornale, il punto è meramente biologico. In un mondo normale non andrebbe neanche spiegato, ma la nostra realtà normale non è per niente, e allora non fa nulla se il pugno di un uomo sia circa il 160% più potente di quello di una donna (si parla, ovviamente, di medie). Così hanno mostrato anche i fatti riguardanti l’infausto protagonista di questa tristissima storia, Imane Khelif, uomo algerino che si identifica come donna e in quanto tale da “includere” a tutti i costi nelle competizioni femminili. Brianda Cruz è stata una delle ultime pugili ad affrontarlo prima della squalifica dai mondiali, e fisicamente ha pagato uno scotto enorme. Nel pugliato, si sa, non è impossibile rischiare la vita anche tra pari categoria. Questo clamoros delirio woke, però, è ancora più debilitante. Fluidi ad ogni costo, per l’appunto, perfino quello della vita. Le donne biologiche dovranno rischiarlo perché non è possibile contestare i diktat.

Olimpiadi senza vergogna

Non bastava l’imbarazzante cerimonia inaugurale, adesso si deve scendere anche sul pragmatico per renderla concreta. Certo è che l’International Boxing Association (Iba), avesse escluso Khelif dal mondiale di boxe in quanto dal suo dna era emersa la presenza di cromosomi XY, ovviamente maschili. Il presidente dell’associazione, Umar Kremlev, era stato molto netto e deciso: “Finge di essere donna”. Come abbia potuto però farsi accettare nel contesto olimpico francese è però altra storia.

Un aspetto che non interessa la Francia tanto “orgogliona” di Emmanuel Macron, per la quale un uomo che si sente donna può salire sul ring picchiando impunemente le donne senza che nessuno apra bocca e magari facendo rischiare loro pure la vita. Con le femministe, ovviamente, mute.

Aurelio Del Monte

 

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