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Non solo Salis: non scordiamoci l’elezione di Mimmo Lucano

by Alberto Celletti
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Roma, 13 giu – Ilaria Salis fa male, forse più dell’elezione di Mimmo Lucano ad europarlamentare. Ciò non toglie che quest’ultimo non possa essere tralasciato. Un profilo, il suo, che il Giornale pone in una lista di eletti “impresentabili di sinistra”, per rispedire al mittente la classica categorizzazione che, spesso, i dem nostrani usano per pavoneggiare la propria inesistente superiorità morale. Proprio lui, Mimmo, il profeta del presunto “modello Riace”, uno dei numerosi strumenti – forse il più efficace – con cui la cultura immigrazionista e para-schiavista in Italia ha fatto tanti proseliti negli ultimi decenni.

L”elezione dell’ex sindaco di Riace

Con tutto il disprezzo per il resto della lista di “impresentabili”, quello di Lucano ci pare decisamente il nome più roboante (ovviamente, in senso negativo). insieme a quello di Ilaria Salis, su cui però in questa sede è futile ritornare visto che ne abbiamo parlato abbondantemente. L’ex sindaco di Riace però è una figura che, dopo il salvataggio in appello, era un po’ scomparso dai radar della critica. Mentre invece dovrebbe restarci a lungo, ammonendo costantemente sul ruolo enormemente negativo che un personaggio del genere ricopre per la già claudicante situazione italiana, sociale come culturale e identitaria.

Salis fa male, Mimmo Lucano non è da meno

Inchiodato in primo grado, salvato in appello (eccezion fatta per la condanna per falso), Lucano è il simbolo del peggiore degli approcci immigrazionisti: quello che richiama all’estinzione – peraltro abbondantemente in corso – del popolo italiano. Il “modello Riace”, a prescindere dalle discussioni giudiziarie nel merito, rappresenta esattamente quella mentalità, tipicamente di sinistra, che non si cura mai nella sostanza dei tanti italiani che partono ed accoglie “misteriosamente” con gioia i tanti stranieri che arrivano. Una noncuranza ricolma di autorazzismo e di odio profondo verso le proprie comunità, non si capisce per quale motivo costrette ad esportare compatrioti e ad importare “nuovi italiani” con la presunzione pure che a questi ultimi interessi qualcosa. Una filosofia talmente decadente da augurarsi di ripopolare centri disabitati con gli stranieri invece di produrre i motivi sociali e culturali per far sì che siano gli italiani per primi a farlo. Sarà senza dubbio “fantastico” osservare un approccio tanto distruttivo spadroneggiare ancora di più nelle sedi europee. Perché Mimmo cadde, ma purtroppo risorse anche.

Alberto Celletti

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