Roma, 6 mag – Galeotto fu un “ovvero”, congiunzione ormai tanto usata e abusata da finire perfino nel dibattito parlamentare, facendo nascere deforme e con codazzo di polemiche la recente legge sulla legittima difesa. “Si considera legittima difesa la reazione a un’aggressione commessa in tempo di notte ovvero a seguito dell’introduzione nei luoghi ivi indicati con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno”. Così recita il testo. Lineare, no? Neanche per idea, dato che quel ‘ovvero‘ è tutto tranne che chiaro.
“Ovvero è una disgiuntiva per cui o in tempo di notte o (sempre) quando c’è intrusione con violenza su cose o persone o minaccia o inganno”, cerca di spiegare David Ermini del Pd, sottolineando che la congiunzione ha in teoria valore disgiuntivo. Solo in teoria, dato che nell’uso comune – quello vivificato dal lessico di tutti i giorni, dato che (nonostante il Pd) l’italiano non è ancora una lingua morta – ovvero ha funzione esplicativa. Ci offre un comodo esempio la Treccani: “[è] equivalente a cioè, ossia: la cucina meneghina, ovvero di Milano“.
Ermini ha dunque ragione, ma solo a metà e questa metà che sta dalla sua afferisce al linguaggio giuridico, che utilizzata ancora la congiunzione nel suo valore originario, ovvero (se è lecito) disgiuntivo. Sbagliano un po’ tutti, non sbaglia dunque nessuno? Il linguaggio giuridico ha un proprio lessico che non può certo mutare per legge ma, come la lingua e sia pur con tempi forse più lunghi, è capace di cambiare ed adattarsi. Il punto è però un altro: per poter funzionare efficacemente, una legge deve essere chiara e comprensibile. E questa non lo è, come testimonia il marasma di interpretazioni sorte – anche da parte di esperti in materia – immediatamente dopo la sua approvazione.
Non è d’altronde la prima volta che dalle aule del parlamento escono degli accrocchi messi insieme alla bell’e meglio. Basti pensare, per rimanere su leggi varate di recente, al nuovo codice degli appalti, che in certi punti sfida Cicerone in termini di lunghezza e complessità dei periodi. E non stiamo parlando di un codicillo, ma della fonte normativa primaria per la realizzazione delle infrastrutture pubbliche. Non bisogna poi meravigliarsi se i costi lievitano perché i gli appaltatori riescono a far creste colossali su varianti in corso d’opera o se i ponti crollano senza che si trovi mai un responsabile.
Nicola Mattei
1 commento
Pure voi attenti all’italiano magari: “per poter funzionare efficacemente, una legge deve essere chiara e comprensibile. E questa non la è” Si scrive e si dice non LO è.