Roma, 17 mar – Negoziati in stallo, tra il Cremlino e Kiev, come riporta Adnkronos. Mosca sottolinea lo sforzo profuso, il governo ucraino le richieste sui confini
Cremlino: “Sforzo colossale”. Ma Kiev vuole garanzie
Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov “la nostra delegazione sta facendo uno “sforzo colossale” e dimostra più disponibilità nei loro confronti rispetto a quanta ne dimostri l’altra parte”. Secondo Peskov solo “accettando il documento” elaborato da Mosca e rispettando “tutti i suoi parametri”, gli ucraini “potrebbero fermare molto rapidamente ciò che sta accadendo”. Il governo russo si era espresso nei giorni scorsi in modo favorevole a una neutralità dell’Ucraina, che inizialmente sembrava essere stata quasi accolta dal governo ucraino. Tra il Cremlino e Kiev, insomma, il dialogo sembra procedere per poi rimpiombare nell’abisso. Grosso modo con cadenza giornaliera, a giudicare dalla risposta data dai collaboratori di Volodymyr Zelensky.
Il governo ucraino: “Mosca come Hitler, vogliamo i confini del 1991”
Da Kiev, dopo la “illusione” di apertura dei giorni scorsi, arriva una dichiarazione precisa, fatta da Oleksiy Arestovych, il consigliere presidenziale ucraino, nel corso di un briefing: “L’Ucraina deve essere riconosciuta nei suoi confini internazionalmente riconosciuti del 1991. Tutto quello che otterremo dovrà essere meglio rispetto a prima della guerra perché altrimenti a cosa saranno serviti i sacrifici del popolo ucraino. Quindi rimanete tranquilli: non tradiremo i nostri interessi”.
Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, in collegamento oggi con le commissioni Esteri e Difesa del Parlamento Europeo, rincara la dose: “Paghiamo il prezzo della nostra scelta ogni giorno. La tirannia per noi è inaccettabile. Quello che il Cremlino sta facendo è veramente barbaro: dico responsabilmente che il Cremlino è l’Hitler dei giorni nostri”. Questo perché la Russia in Ucraina “distrugge città e piccoli villaggi, saccheggiandoli. Abbiamo la conferma che finora sono morti 103 bambini per l’occupazione. Sono statistiche che crescono”. Poi aggiunge: “Chiedo che venga riconosciuto che Vladimir Putin è un criminale di guerra. Vengono rapite e uccise intere famiglie; sindaci vengono rapiti e uccisi. Uccidono preti e rapiscono giornalisti. In tre settimane sono state distrutti 400 scuole, 110 ospedali e oltre un migliaio di edifici residenziali. Oltre 100 ucraini sono sepolti sotto le macerie: le operazioni di soccorso sono fatte sotto le bombe. Se guardate la mappa potete vedere Volnovacha (nell’Oblast di Donetsk, ndr), ma non c’è un solo edificio ancora in piedi là”.
Stelio Fergola