Rome, 3 mar – È un dato di fatto: Giordano Bruno, con la sua vita avventurosa, la sua tragica fine, la sua opera complessa, difficile e a tratti oscura, si è purtroppo magnificamente prestato a mistificazioni e deformazioni le più svariate. È appena il caso di ricordare il Bruno innalzato da illuministi e massoni a martire del libero pensiero; al contrario i cattolici, specie i più retrivi, continuano a muovere al nolano accuse feroci, come quelle riprese dal libro di John Bossy, Giordano Bruno e il mistero dell’ambasciata, confutate però senza sforzo alcuno in un bel libro di qualche anno fa di Ingrid Rowland. Innanzitutto la Rowland ricorda che l’ambasciatore inglese a Parigi, sir Henry Cobham, aveva già preavvertito Walsingham dell’arrivo di Bruno, provvedendo a fornirne un ritratto negativo, per poi scrivere che la spia introdotta dallo stesso Walsingham nell’ambasciata francese a Londra non era Bruno: “questa spia non era lo stesso Giordano Bruno. Il tentativo di John Bossy di proporre una simile identificazione risulta altrettanto infondato quanto esplicitamente settario (dal momento che il sedicente Bruno non è soltanto una spia, ma anche un sadico torturatore di cattolici). L’invio di lettere della vera spia, chiaramente datate, scritte con una grafia francese più che italiana, ha inizio nell’aprile 1583, vale a dire prima dell’arrivo di Bruno in Inghilterra” .
Altrettanto insostenibili, perché riduttive, sono le letture ‘magico-sapienziali’ di Bruno. Uno dei più importanti studiosi italiani del Novecento è al riguardo chiarissimo: “la posizione di Bruno non si risolve nella prospettiva dell’ermetismo e Bruno va studiato come un grande filosofo e non soltanto come un ‘mago ermetico’” . E Michele Ciliberto, da parte sua, avverte che la Yates, autrice del fondamentale Giordano Bruno e la tradizione ermetica, “non va confusa con i suoi tardi epigoni, che hanno trasformato una seria interpretazione in una caricatura grottesca” .
Per cui, se, come afferma sempre Ciliberto, è del tutto errato cercare nel Rinascimento la genesi della modernità, stante le incolmabili differenze esistenti tra questi due mondi, il che vanifica, sia detto en passant, ogni tentativo di fare di Bruno un ‘eroe’ del mondo moderNé spia né eroe massonico: Giordano Bruno oltre leno come volevano illuministi e massoni, è comunque vero, in generale, che tanto le apologie quanto le demonizzazioni sono sempre frutto di letture come minimo superficiali e parziali, se non proprio viziate ideologicamente. Perciò è necessario non solo restituire Bruno a studi coerenti e rigorosi sia della sua opera che del contesto storico in cui visse e agì, ma soprattutto liberarlo da qualsivoglia pesante ipoteca manipolatoria, per pensarlo per quello che innanzitutto è: uno dei più grandi filosofi della sua epoca e della nostra tradizione patria.
Giovanni Damiano
1 commento
Vedo che non sono state riportate le note. Provvedo io, per ovvie ragioni di completezza.
La prima citazione è tratta dal libro di I.D. Rowland, “Un fuoco sulla terra. Vita di Giordano Bruno”, Laterza, 2011, p. 158 nota 3.
La seconda è tratta da P. Rossi, “Il tempo dei maghi. Rinascimento e modernità”, Raffaello Cortina Editore, 2006, p. 27.
La terza è tratta da M. Ciliberto, “Pensare per contrari. Disincanto e utopia nel Rinascimento”, Edizioni di Storia e Letteratura, 2005, pp. 22-23.