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Tosta e concreta, la Nazionale U21 asfalta la Spagna. È questa l’Italia che ci piace

by Valerio Benedetti
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Roma, 17 giu – Ieri sera, allo stadio Dall’Ara di Bologna, è andato in scena il big match tra Italia e Spagna, gara di apertura degli Europei di calcio Under 21. Con un secco 3-1 gli Azzurrini hanno steso le accreditatissime «furie rosse», peraltro rimontando allo svantaggio iniziale. In questo caso riflettori puntati su Federico Chiesa, la stella della Fiorentina che, con una pregevole doppietta, ha lanciato la Nazionale minore verso la vittoria finale. Una prova maiuscola, quella dell’esterno gigliato, che va a coronare una prestazione di grande carattere di tutta la squadra allenata da Gigi Di Biagio.  

Italia-Spagna: filosofie a confronto

La partita di ieri, peraltro, è stata una raffigurazione plastica di due stili di gioco antitetici e di due differenti filosofie calcistiche. Da una parte la scuola italiana, caratterizzata da solidità difensiva, concretezza, pragmatismo e ripartenze micidiali. Dall’altra, invece, la tanto (e giustamente) lodata scuola spagnola, tutta fatta di possesso palla e valori tecnici sopraffini. E all’inizio sembrava che gli iberici potessero veramente sopraffarci. Con gli Azzurrini partiti molto contratti (forse per l’emozione di giocare in casa), la Spagna ha infatti addormentato il gioco con il suo preciso e snervante tiki-taka, per poi infilarci al 9’ con una giocata da applausi di Ceballos, il talento puro di scuola madrilena. L’Italia ha subito accusato il colpo e pareva ormai in balia di un avversario che non si concedeva errori o distrazioni. Penalizzati anche dalla prova incolore di Moise Kean (una specie di Balotelli 2.0), è servito il guizzo del campione per riportare la gara sui binari giusti: ricevendo un lancio al bacio di Nicolò Barella, al 36’ Chiesa sprinta con un’accelerazione prodigiosa e manda in tilt la difesa spagnola, per poi insaccare un tiro-cross alle spalle del portiere iberico. Si va all’intervallo sul risultato di 1-1.

Una ripresa eccezionale

Il lampo di Chiesa è una scossa che riaccende la nostra Nazionale. L’Italia alza il baricentro e conduce un pressing più aggressivo e ordinato, riuscendo così a imbrigliare le «furie rosse», incapaci per larghi tratti della ripresa di avvicinarsi pericolosamente alla porta di Meret. Poi la svolta: l’abulico Kean lascia il posto a un motivatissimo Patrick Cutrone. Ed è proprio il forte centravanti del Milan che propizia il raddoppio azzurro. Facendo a sportellate con i centrali spagnoli, al 64’ Cutrone riesce a creare scompiglio nell’area avversaria, favorendo l’incursione di un Chiesa ispiratissimo che vìola per la seconda volta la porta iberica. A questo punto le «furie rosse» si riversano in attacco. Ma è proprio da un contropiede in perfetto stile italico che nasce il rigore del 3-1: a dieci minuti dal termine, infatti, un’azione individuale di Orsolini consente all’ala destra di crossare nell’area spagnola, dove Lorenzo Pellegrini viene vistosamente atterrato. È la stessa mezzala giallorossa che si incarica di battere il rigore, realizzato con grande freddezza. È l’82’ e la Spagna non ne ha più. Il risultato dice che questa Italia, tosta e concreta, di certo la migliore degli ultimi anni, può veramente puntare a quel titolo continentale che ci manca ormai dal lontano 2004.

Valerio Benedetti

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