Roma, 6 nov – Divieto di accedere alle scuole per i bambini non vaccinati. E’ questa l’idea del ministero della Salute, sulla quale è stato trovato l’accordo con le regioni, competenti in materia sanitaria.
Vaccini obbligatori
La proposta, giunta dal ministro Lorenzin, segue gli ultimi dati sul continuo calo dei bambini cui vengono somministrati i vaccini, scesi sotto la soglia del 95% la quale garantisce adeguata protezione non solo ai singoli, ma all’intera collettività. Giocano in tal senso fattori culturali, forse anche scarsa conoscenza della materia e pure, in alcuni casi, connivenza dei pediatri.
Il governo tenta così di modificare il trend negativo, cercando di rendere concreta l’obbligatorietà delle inoculazioni (per i vaccini antidifterite, antitetanica, antipoliomielite, antiepatite virale B, non gli altri), oggi sì prevista ma senza che vi sia alcuna forma di controllo. Il quale diverrebbe così indiretto.
“Il percorso sarà approfondito e dal nuovo piano potrà essere generata una normazione aggiornata, garantendo, peraltro, la protezione degli individui e delle comunità, con misure correlate, come, ad esempio, l’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione delle vaccinazioni previste dal calendario per l’ingresso scolastico“, si legge in una nota della Conferenza Stato-Regioni.
Sanzioni per i medici
La seconda parte della proposta riguarda invece i medici, in specie i pediatri, che non provvedono alle vaccinazioni o che non supportano i vaccini. E’ questa idea, per ora, a far discutere più del divieto di accesso alle scuole.
Dal ministero si era parlato infatti di indagini interne al servizio sanitario al fine di individuare quali medici non si adeguano agli obblighi di legge, al fine di irrogare sanzioni che nei casi più gravi potrebbero (in via teorica) arrivare sino alla radiazione dall’albo. Ipotesi alla quale per ora comunque non ci si spinge: “Saranno concertati percorsi di audit e revisioni tra pari, con la collaborazione degli ordini professionali e delle associazioni professionali e sindacali che possano portare anche all’adozione di sanzioni disciplinari o contrattuali qualora ne venga ravvisata l’opportunità”, precisa sempre la nota, che continua: “Ogni operatore sanitario, e a maggior ragione chi svolge a qualsiasi titolo incarichi per conto del Servizio Sanitario Nazionale, è eticamente obbligato ad informare, consigliare e promuovere le vaccinazioni in accordo alle più aggiornate evidenze scientifiche e alle strategie condivise a livello nazionale. La diffusione di informazioni non basate su prove scientifiche da parte di operatori sanitari è moralmente deprecabile, costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltreché essere contrattualmente e legalmente perseguibile”.
Giuliano Lebelli
2 comments
“Giocano in tal senso fattori culturali, forse anche scarsa conoscenza della materia e pure, in alcuni casi, connivenza dei pediatri.”
Ma voi avete conoscenza della “materia”? conoscete gli aspetti farmacologici e i rischi patogenetici connessi con la pratica vaccinatoria?
Connivenza dei pediatri? cioè ci sarebbero pediatri conniventi che non farebbero vaccinare i bimbi? a Che pro? (manca il movente)
Conniventi sono forse i pediatri che ricevono benefit economici dalle case farmaceutiche per le maggiori vaccinazioni (questo sì un fatto acclarato – e illegale- e soprattutto un reale “movente”).
Non c’è nessuna “connivenza” nel non voler vaccinare ma una seria presa di posizione secondo scienza e coscienza da parte dei (pochi) medici antivaccinisti. La vaccinazione è un atto medico che non deve essere ritenuto privo di conseguenze collaterali (come tutti gli atti medici) e come tale va valutato caso per caso.
Sono un vostro lettore, tuttavia anche se avete doverosamente dato una notizia, mi permetto di osservare che il linguaggio usato lascia trasparire una certa sufficienza e leggerezza nel trattare medici e operatori sanitari critici verso la pratica vaccinale.
Non è che cominciate ad allinearvi al mainstrem anche voi?
Spero di sbagliare, anzi sarebbe bello che lasciaste un spazio di dibattito aperto sui vaccini.
Dott. M. Martini, chimico farmaceutico
Io lavoro nel campo della Ricerca e Sviluppo , in un settore chimico ( non farmaceutico ) , e mi hanno sempre insegnato ( ed ora insegno io ) che nei processi , anche quelli particolarmente meticolosi , il rischio di avere un fenomeno non previsto tale da compromettere l’effetto finale del composito, è sempre dietro l’angolo ( nonostante ci siano analisi di rischio continue ) .
Reputo quindi i vaccini come un normalissimo analgesico : di suo serve per far passare il mal di testa , ma non si sa se chi ne fa uso possa essere in condizioni psico-fisiche per farlo. Gli effetti collaterali ci sono per qualunque cosa, anche nei compositi 100% naturali, possono causare gravi conseguenze.
Io di mio non è che sono contro i vaccini, ma reputo il corpo umano una cosa talmente perfetta che,salvo casi che spaziano dall’autoimmunità dei batteri/virus , a malattie ancor più gravi , il vaccino sia un “plus” che possiamo fare a meno.
Per esempio : Sento parlare di “vaccini contro l’infulenza” . Ora : come fa il corpo umano a combattere i batteri se non si da ai propri anticorpi una possibilità di rafforzamento ? Mi sta bene che un cardiopatico, che magari si prende 10 pastiglie al giorno ( e anche li… avrei da ridire… ) ed è particolarmente sensibile ad eventuali malattie , si debba obbligatoriamente rivolgere a vaccini di questo tipo. Ma un ragazzo in piena salute di 15-16-17 anni, perchè mai dovrebbe usufruirne ?