Roma, 5 dic – Chiedere “scusa” per Bibbiano all’indomani della revoca dell’obbligo di dimora per il sindaco Andrea Carletti? Giorgia Meloni non ci pensa minimamente. «Credo che nessuno debba chiedere scusa, intanto perché la revoca dell’obbligo di dimora al sindaco Carletti non vuol dire che non ci sia un procedimento nei confronti del sindaco stesso e di una serie di altre persone», spiega. «In secondo luogo, se queste persone sono colpevoli o innocenti questo lo stabilirà la magistratura nei tempi che riterrà necessari».
Nessuna scusa
Così la leader di Fratelli d’Italia ha commentato a Radio24 gli ultimi sviluppi dell’inchiesta giudiziaria sugli affidi illeciti della Val d’Enza, in particolare la decisione della Cassazione di revocare la misura dei domiciliari al sindaco di Bibbiano Andrea Carletti – il quale, ricordiamo, rimane indagato per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Meloni ha stigmatizzato inoltre l’atteggiamento del Partito democratico, che ora vorrebbe le «scuse» di tutti coloro che quest’estate si sono interessati al caso, esprimendo ferma condanna e invocando chiarezza – chiarezza che fino ad ora non è stata fatta per intero. «La cosa che a me sfugge e’ questo accanimento del Pd. Io sono stata la prima ad andare a Bibbiano e quando ci sono andata non l’ho neanche citato il Pd».
Solidarietà eccessiva
Allora, conclude Meloni, «Posso dire che e’ stato il Pd che ha acceso i riflettori su un suo interesse riguardo questa vicenda facendo una difesa senza precedenti dei suoi rappresentanti coinvolti nella vicenda? Posso dire che nel dubbio io questa difesa ad un mio sindaco non l’avrei fatta? Posso dire che i comunicati di solidarietà del Pd al sindaco di Bibbiano mi sono sembrati un po’ eccessivi?».
Cristina Gauri