Napoli, 14 lug – Nella giornata di mercoledì presso i cantieri navali di Fincantieri a Castellamare di Stabia (Na), è avvenuta la cerimonia del taglio della prima lamiera della nuova LHD (Landing Helicopters Dock) della Marina Militare che andrà a sostituire, per grandezza e dislocamento, nave Garibaldi la cui dismissione è prevista per il 2025.
La nave, che molto probabilmente prenderà il nome di Trieste, sarà varata entro il 2022 e rappresenta una unità da sbarco anfibio ancora con capacità “dual use” (ma sarebbe meglio dire “multi use”) sebbene questa filosofia, in auge presso le Marine di mezzo mondo in tempi di pace post Guerra Fredda, stia lentamente perdendo popolarità: i nuovi scenari di crisi internazionale, con il riaffacciarsi di “vecchi nemici” e di minacce più convenzionali rispetto a quelli delle guerre asimmetriche fino ad oggi combattute tra Africa ed Asia, hanno imposto una rivalutazione di questa dottrina cantieristica verso un ritorno a classi di unità più specializzate per avere una capacità più puntuale nelle diverse tipologie di scenari (ASUW, ASW ecc). Nave Trieste, come si legge sul sito di Fincantieri, sarà lunga 245 metri fuori tutto per una larghezza di 36 metri al ponte di volo, un’altezza complessiva di 27 di cui 7 metri dati dal pescaggio. Il dislocamento complessivo a pieno carico è stimato intorno alle 33mila tonnellate, superiore quindi a quello di nave Cavour (27900) e più del doppio di quello del Garibaldi (13000). Pertanto la nuova unità si configura quasi come una portaerei sebbene non esplicitamente nata per questo impiego: la grandezza del ponte di volo e la capacità dell’hangar (107×21 m) le permetteranno di imbarcare anche aeromobili ad ala fissa oltre a tutta una serie di elicotteri in dotazione alle nostre Forze Armate e a quelle di altri Paesi: EH-101, SH-90, CH-53 e CH-47 oltre a convertiplani Boeing V-22 “Osprey”. Il ponte di volo infatti ha una superficie prevista che si avvicina molto a quello della Cavour, 7400 metri quadri contro 7500 e la disposizione delle sovrastrutture in due isole separate, configurazione simile a quella della nuova portaerei inglese “Queen Elizabeth”, renderà più agevole la movimentazione dei velivoli sul ponte.
La nuova LHD sarà in grado di sviluppare una velocità massima di circa 25 nodi ed avrà una autonomia di 7mila miglia a 16 nodi, essendo contemporaneamente in grado di effettuare operazioni in mare in modo continuato per 30 giorni. L’apparto propulsivo è del tipo CODOG (Combined Diesel or Gas) con due motori diesel per la navigazione di crociera (velocità max 18 nodi) e due turbine a gas per gli “spunti” e la navigazione a tutta forza (velocità max 25 nodi). La suite dei sistemi elettronici comprende, tra i vari sensori, un radar dual band in banda X e C (lo stesso dei nuovi PPA) e un sistema di avvistamento precoce in banda L, oltre a TACAN e altri sistemi atti alla navigazione marittima e aerea. Particolare degno di nota è la dotazione di un sistema per la conduzione di velivoli a pilotaggio remoto (droni). Ancora non sono stati del tutto svelati i sistemi di armamento difensivi: Fincantieri riporta 3 cannoni da 76/62 tipo SR e 3 cannoncini secondari da 25/80 a controllo remoto più la predisposizione per 6 mitragliatrici da 12,7 mm oltre a due lanciatori di falsi bersagli.
La parte “anfibia” della nuova unità consta in un ponte garage / bacino allagabile di circa 1795 metri quadri di superficie complessiva (rispettivamente 55×19 e 50×15). Il bacino allagabile sarà in grado di portare sino a 4 mezzi da sbarco tipo LCM-1E oltre a tutti i mezzi in dotazione ai Paesi dell’Alleanza Atlantica, compresi quelli a cuscino d’aria tipo LCAC. Sia il portellone di carico poppieri sia quello laterale sulla dritta del garage hanno una portata massima di 62 tonnellate in modo da poter imbarcare tutti i mezzi pesanti in dotazione all’Esercito Italiano (ad es. il carro “Ariete”) e la movimentazione interna è garantita da rampe ed ascensori che mettono in comunicazione la zona garage / bacino con quella dell’hangar aeronautico e quindi con il ponte di volo. L’unità sarà in grado di ospitare sino quasi a 600 persone oltre all’equipaggio che è previsto sia composto da circa 460 uomini, questo perché è stata pensata in funzione anche di nave ospedale e per evacuazione del personale civile da teatri di crisi. Nella parte prodiera infatti è presente la zona ospedaliera/sanitaria dotata di sale chirurgiche, radiologia e analisi, gabinetto dentistico, e zona degenza per 28 ricoverati gravi.
La Trieste quindi andrà a sostituire il Garibaldi entro il 2025 ma rappresenta più una seconda Cavour, diremmo in tono minore date le dotazioni “multi uso” di questa unità rispetto alla vera e propria portaerei della nostra flotta. Se da un lato questo significa dare una parziale continuità alle operazioni aeree della Marina Militare (la Cavour non può restare perennemente in mare in caso di operazioni a lungo termine), dall’altro questa sola unità non è ancora sufficiente a colmare le lacune della nostra flotta: le tre LPD classe “San Giorgio” saranno ritirate dal servizio contestualmente al Garibaldi (entro il 2025) e una sola unità in sostituzione di 4 per la guerra anfibia (anche considerando le parziali dotazioni della Cavour) non è affatto sufficiente per la capacità di proiezione di forza marittima dell’Italia. Sarebbe anche il caso, secondo chi scrive, di cominciare a ripensare l’architettura delle nostre nuove costruzioni navali che si vogliono a tutti i costi “multi use” e quindi con capacità non solo militari ma anche di “protezione civile”, dato che questa scelta, oltre a non essere più così tanto seguita dalle altre Marine del mondo (in primis quella cinese ma anche quella americana), va a discapito dei sistemi d’arma imbarcati e quindi alle effettive capacità dell’unità stessa, questo anche nonostante la “modularizzazione” prevista dalle nostre unità più moderne (vedere i PPA).
Paolo Mauri
4 comments
una ennesima finta portaerei (in realtà poco più di un incrociatore tuttoponte) che calza a pennello con un Paese ormai al crepuscolo; mi domando se al varo della medesima ci saranno i “ballerini” dello spot ufficiale MM “Be Happy” (da vedere su You Tube per farsi un pianto) con l’On.Kyenge nei panni della Contessa Pia Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare..
Stai tranquillo e ragiona senza fare delle battute sciocche senza senso….almeno per rispetto alla gente , dagli ingegneri alle maestranze che lavora con professionalità sulla nave…
Mi chiedo che senso abbia concentrare una tale massa di attrezzature, uomini e mezzi (e risorse) in una sola unità; oltre tutto, forse destinata a restare tale – sola – e ad operare in larga prevalenza nel Mediterraneo. Facendone anche un bersaglio estremamente pagante. Non sarebbero più opportune unità minori ed in maggior numero, tipo cacciatorpediniere e fregate leggere, sviluppando UAV in grado di operare da esse e da terra ? Cosa ci facciamo con Cavour ed una LHD di queste dimensioni ? Forse sarebbero più utili scelte più pratiche ed in linea sia con la situazione nei nostri mari che con le nostre possibilità di investimento e manutenzione.
SE SI AGGIUNGONO 2 LHD DA 20.000 TONNELLATE TUTTO HA UN SENSO.