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I mari potrebbero sollevarsi di mezzo metro: scoperta grazie ai satelliti italiani

by Francesco Meneguzzo
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Greenland-Zachariae

Posizione del ghiacciaio Zachariae Isstrom in Groenlandia. Si noti che il ghiacciaio sovrasta una profonda fossa oceanica, e che gran parte del territorio nell’interno della Groenlandia si trova sotto il livello mare

Roma, 20 nov – Secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista Science, la seconda nel mondo per prestigio e credibilità, almeno un enorme ghiacciaio terrestre nel nord-est della Groenlandia sarebbe sul punto di disintegrarsi e sciogliersi nel mare nel corso dei prossimi 30 anni.

Il problema è che questo corpo glaciale si estende per quasi 100mila chilometri quadrati, qualcosa come un terzo dell’Italia, ha spessori superiori al chilometro e contiene tanta acqua dolce da poter innalzare il livello dei mari di circa mezzo metro.

Il gruppo di scienziati americani, dell’Università della California a Irvine, del Jet Propulsion Laboratory a Pasadena e dell’Università del Kansas, ha lavorato su una mole spaventosa di dati raccolti da sofisticati e complessi sensori montati su satelliti: per gli anni 2014 e 2015, i dati provengono dalla costellazione Cosmo-Skymed dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), senza i quali la ricerca non sarebbe stata possibile.

Il ghiacciaio, denominato “Zachariae Isstrom”, sta perdendo massa al ritmo di cinque miliardi di tonnellate all’anno, ed è entrato in una fase di ritiro accelerato nel 2012, l’anno in cui tra l’altro l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico raggiunse il minimo storico. Da allora, la velocità di scioglimento superficiale è triplicata, mentre la velocità di scioglimento alla base è raddoppiata.

“I ghiacciai della Groenlandia settentrionale stanno cambiando rapidamente”, ha affermato l’autore principale dello studio, Jeremie Mouginot. “La forma e la dinamica del ghiacciaio Zachariae sono mutate drammaticamente negli ultimissimi anni. Esso si sta ora frantumando e sta rilasciando elevati volumi di iceberg nell’oceano, che determineranno un aumento del livello dei mari nei prossimi decenni”.

In base ai dati radar, gravimetrici e ai sistemi di profilazione laser, da terra e dallo spazio, hanno consentito di monitorare l’evoluzione del corpo glaciale negli ultimi anni, evidenziando la sua rapida erosione sul fondo da parte delle acque oceaniche sempre più calde, e sulla cima per il riscaldamento dell’atmosfera. “Il riscaldamento dell’oceano sta giocando un ruolo principale nell’innesco del ritiro del ghiacciaio”, ha aggiunto Mouginot.

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Nel 2015, i giorni di scioglimento dei ghiacciai nel nord-est della Groenlandia sono stati oltre 100, molto più della media climatica

“Zachariae Isstrom è aggredito sia da sopra che da sotto”, precisa Eric Rignot, professore di scienze della terra all’università della California a Irvine. “La cima del ghiacciaio si sta sciogliendo come risultato di decenni di incremento sostenuto delle temperature dell’aria, mentre la sua base viene compromessa dalle correnti che portano acque oceaniche sempre più calde, così che la massa glaciale si sta disgregando e ritirando all’interno.

Il grosso problema, in quella zona, è che all’interno non ci sono montagne: il mostruoso ghiacciaio è infatti basato ben al di sotto del livello del mare, fino a circa 700 metri, così che la sua base in pratica galleggia sull’acqua. E questa acqua si fa sempre più calda.

Il punto di non ritorno che potrebbe aver condannato lo Zachariae è il suo recentissimo ritiro da una sella terrestre, oltre la quale il pendio è in discesa, diretto appunto verso l’ampio mare tuttora sovrastato dai ghiacci ma collegato direttamente al nord Atlantico, dove anche in questo periodo le temperature sono ampiamente superiori rispetto alla norma.

“Non molto tempo fa, ci domandavamo quale sarebbe stato l’effetto sui livelli dei mari se i più grandi ghiacciai della Terra dovessero iniziare a ritirarsi”, ha fatto notare ancora Rignot. “Ebbene, ora non c’è più bisogno di chiederselo: per oltre due decenni abbiamo potuto osservare direttamente i risultati del riscaldamento climatico sui ghiacciai polari. I cambiamenti sono scioccanti e stanno ora colpendo tutte le aree periferiche della Groenlandia”.

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Immagine satellitare del ghiacciaio Zachariae Isstrom, in Groenlandia

Gli scienziati ritengono che il ghiacciaio Zachariae continuerà a disintegrarsi a ritmo accelerato per almeno altri 20 o 30 anni, cioè finché il suo letto sottomarino non si alzerà a sufficienza per ristabilire una pendenza appropriata e ricacciare le acque nell’oceano. Molto quindi dipenderà da quanta parte del volume di acqua congelata si sarà sciolto nel frattempo, ammesso che le acque alla base e l’aria sovrastante continuino a scaldarsi. Il fatto che i ghiacciai reagiscano su tempi abbastanza lunghi alle variazioni atmosferiche e marine non depone però per il meglio.

Alla fine, se tutto dovesse andare per il verso sbagliato, a causa di questo remoto ghiacciaio i mari di tutto il mondo si alzeranno, appunto, mediamente di mezzo metro.

Francesco Meneguzzo

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