Roma, 22 ago – Prosegue senza sosta, il massacro di Israele sulla Striscia di Gaza. Il tutto mentre i negoziati per un cessate il fuoco naufragano per l’ennesima volta (ma sarebbe più corretto dire che non siano nemmeno partiti, come in tutte le precedenti occasioni, al di là dei proclami – poi smentiti regolarmente – dei mediatori). In effetti, sul “valore2 delle trattative si potrebbe aprire un altro tema di profondo dibattito…
Israele, massacro senza sosta a Gaza
È l’agenzia di stampa palestinese Wafa a riferire sull’ultimo raid notturno israeliano. Il quale avrebbe prodotto almeno tre persone morte e altre quattro ferite. Ancora sotto assedio i campi profughi, come quello di Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza, dove è stata colpita una casa. Altre vittime sono segnalate anche nei campi di Jabalia e di Khan Yunis. Secondo gli ultimi aggiornamenti il bilancio totale dell’ultimo attacco su Beith Lahia, nel nord dell’enclave palestinese, è di 14 vittime.
Oltre 40mila morti dall’inizio del conflitto
Il conflitto è iniziato il 7 ottobre 2023, dopo l’attacco di Hamas contro Israele. Da quel giorno in avanti, sono morti oltre 40mila palestinesi. Per la precisione attualmente nota, 40.223. Il conto dei feriti è ancora maggiore: sono 92.981, secondo il ministero della Sanità di Hamas. Il problema si approfondisce perché, banalmente, Tel Aviv non sta raggiungendo i suoi obiettivi, per quanto – al di là sempre delle dichiarazioni ufficiali – essi non siano definiti. La “distruzione di Hamas”, nella sua vaghezza, non ha luogo e modo, e il risultato di mesi di bombardamenti si sta concretizzando in un boomerang internazionale per il governo di Benjamin Netanyahu.Nel frattempo, il Medio Oriente è continuamente afflitto da nuove occasioni di estensione della guerra, spesso trasformate in realtà, sebbene, per ora, di entità modesta, con qualche “punta” decisamente preoccupante (se si pensa agli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso).