Roma, 1 lug – Il razzismo contro Mario Balotelli non c’è mai stato. Questa la conclusione a cui è giuntala Procura di Torino, riferendosi al caso del 2017 che scatenò i soliti deliri sedicenti antirazzisti, come riporta Tgcom24.
Nessun razzismo contro Balotelli, solo uno sfottò
Lo striscione recitava “Mario hai ragione, sei un africano”. Non ci voleva un genio per non intravederci nulla di razzista, dal momento che lo stesso calciatore, in un’ìntervista di poco precedente, aveva candidamente affermato di sentirsi “prima africano che italiano”. Anche senza la dichiarazione di Balotelli, trovare del razzismo in una semplice constatazione sarebbe stato – consentitecelo – da ricovero immediato. In ogni caso, la Procura di Torino chiede e ottiene l’archiviazione per il “caso” creato ad aprte all’epoca dei fatti, in quel 2017 che coinvolse tre esponenti di Forza Nuova. Il punto era stato tenuto già dall’avvocato difensore Guido Anetrini, il quale aveva proprio sottolineato la conseguenzialità dello striscione alle parole di Balotelli.
Un caso inventato sul nulla
Dunque, ennesimo caso inventato sul nulla. Come l’uovo di Daisy Osakue e tanti altri. La Procura non ha ravvisato alcun reato di propaganda e istigazione a delinquere, “grazie” alla dichiarazione precedente del calciatore (che comunque, in un mondo normale, non sarebbe stata necessaria). Il pm scrive, testualmente: “Dalla lettura dello striscione non paiono essere state pronunciate ingiurie contumelie o espressioni offensive nei confronti di soggetti di origine africana, né risultano intenti propagandistici o messaggi di odio e disprezzo dei confronti di una specifica etnia”. Inoltre, “sebbene sia evidente l’intento provocatorio e anche per certi versi sarcastico e di sfottò, deve sottolinearsi che lo spunto è stato offerto dallo stesso Balotelli”.
Alberto Celletti