Fa sempre un bell’effetto vedere Beppe Grillo che ridicolizza i giornalisti e spiega loro una grande verità: i facitori d’opinione, in Italia, ragionano con categorie fuori dalla realtà, è per questo che non riescono più a coglierla. E non fanno più neanche opinione. È un saltimbanco privo di categorie politiche, Grillo, è incoerente e influenzabile, ma ha una sua genialità, oltre che una certa capacità di capire gli umori popolari, dote che gli deriva dalla sua professione di artista. Se avesse deciso di prendere in mano la leadership del Movimento 5 Stelle, probabilmente qualcosa di forte sarebbe nato davvero. Qualcosa di realmente oltre la destra e la sinistra. Il problema non è Grillo. Sono i grillini.
Qualcuno ha fatto notare che ha poco senso rimproverare ai pentastellati confusione e contraddittorietà. Ci vuole un caos per generare una stella danzante, lo sappiamo. A volte, tuttavia, dal caos non emerge nessun astro ballerino, al massimo una scia chimica. E poi, guardando al volto attuale del M5S, non siamo neanche tanto sicuri che sia così contraddittorio. Il Movimento, infatti, rappresenta una sinistra ben precisa, quella che diede vita al Popolo Viola, quella che si riconosce nel Fatto quotidiano, quella giacobina, legalitaria e vagamente azionista, sia pur in modo irriflesso. I giovani colonnelli pentastellati si dicono tutti antifascisti, le loro nomine una volta giunti al potere pescano tutte in un certo ambito. Spunta ancora, qualche volta, qualche grillino di sesta fila che mette la foto del Duce sulla sua pagina Facebook, perché “era onesto”, magari alternandola con quella del partigiano Pertini, ché anche lui “era onesto”, ma si tratta di incidenti di percorso, ormai la strada è tracciata. Certo, la sinistra tradizionale li odia. Li detesta il Pd, a cui sottraggono voti, li disprezza l’apparato giornalistico e intellettuale.
Ma c’è anche un estrema sinistra che ha lanciato una chiara Opa sul Movimento. Gli endorsement del collettivo Militant, di InfoAut, di “Tarzan” Alzetta, dei No tav sono forse casuali? Dopo mille esperimenti elettorali fallimentari, i “compagni” hanno forse trovato un partito colonizzabile e si stanno muovendo in grande stile. Tutto questo per dire che il M5S è il nemico assoluto? No, perché la situazione resta fluida e l’elettorato grillino ha una componente popolare genuina che non può essere liquidata con battute (che pure talora vengono davvero spontanee). Sul M5S va però portata un’attenzione critica, volta a evidenziarne le contraddizioni e il tradimento di una volontà popolare che certo non mirava a mandare al potere i soliti tromboni antifascisti che, a ben vedere, fanno davvero tanto “casta”.
Adriano Scianca
3 comments
Ottima analisi, come sempre. Vero che tutto lo zekkume autonomo e centri sociali comunisti stiano puntando ad avere una sponda istituzionale nel M5s. E giustamente occorre evidenziarne tutte le contraddizioni, perché su queste si “bruceranno” e probabilmente cadranno. Ad esempio il neosindaco di Torino (la sig.ra Appendino) si è prontamente attivata nel dire che lei è e rimane no tav ma che non è in suo potere poterlo fermare. Della serie: “Cari no tav mi avete votato ma io non mi inimico di certo i poteri forti della città”. Idem su Brexit. Già si affannano a scaricare Farage. Quindi ci vuole un po’ di pazienza e… lasciarli governare. Cadranno! E allora toccherà “A NOI” salvare l’Italia… perché nessun’altro può farlo!
Le zecche cercano di fare propaganda fra coloro che possano essere circonvenuti.
D’accordo su tutto, ma il punto è: perché tanta gente di destra vota M5S? Perché non ha alternative. Quindi sarebbe più opportuno riflettere non sull’anima di sinistra dei grillini, ma sull’anima de li mortacci di noi fascisti, che, dopo esserci fatti sodomizzare bene bene da quell’infame di Fini, oggi vaghiamo come fantasmi in un castello scozzese senza sapere cosa fare e dove andare.