Milano, 6 mag – Può un ventiseienne attore di teatro cambiare il mondo? Nel settembre del 1941 Orson Welles ha ventisei anni: è giovane, bello ed ha una spiccata propensione per la spacconeria, e per non farsi mancar nulla scrive, dirige, produce e interpreta Citizen Kane (Quarto Potere), trasformando di lì in poi il cinema moderno.
Già noto al pubblico americano per la sue interpretazioni teatrali a Broadway – merito della sua leggendaria voce baritonale – era riuscito ad indurre qualche tempo prima al panico gli ascoltatori a stelle e strisce raccontando di un fantomatico sbarco terrestre dei marziani, in un adattamento radiofonico de La guerra dei mondi.
Ma è proprio grazie a Quarto Potere che Welles si assicura il posto nella storia del cinema. Il film, una denuncia vagamente romanzata di un potente uomo d’affari americano, ridisegna completamente le tecniche di regia tradizionali, grazie ad un uso innovativo di riprese, strutture narrative e musica. Oggi da studenti e appassionati di Cinema, il film viene riconosciuto come uno dei maggiori di tutti i tempi e Welles spesso collocato in cima alla lista dei registi più celebri.
Morto dieci anni fa, il regista avrebbe festeggiato oggi un secolo. Eppure il suo status di genio del cinema non ha subito variazioni. Il tutto ovviamente nonostante il “caratteraccio”: di lui si ricordano le estemporanea etichette affibiate ai colleghi, per cui Brando era una salsiccia, Bogart un vigliacco e Woody Allen un ipocrita. Provare a disegnarlo in toto sarebbe impossibile. Welles era tanto e forse tutto quello che il Cinema può essere. Compresi gli insuccessi, i flop e i (troppi) progetti abortiti.
Ma proprio perchè simbolo di tutto ciò che il grande schermo può essere, l’Italia ha deciso di rendere omaggio a questo mito: la Cineteca Nazionale ha infatti organizzato due giornate di proiezione al cinema Trevi di Roma, portando sullo schermo due dei suoi capolavori, il Macbeth e l’Otello. Nella stessa occasione verranno presentati due volumi sul filmaker americano (L’Otello senza acca. Orson Welles nel fondo Oberdan Troiani, a cura di Alberto Anile, e I mille volti di Orson Welles, a cura di Emiliano Morreale).
A Bologna poi, durante la rassegna estiva Cinema sotto le stelle, verrà presentata una retrospettiva con la proiezione dei principali lavori del regista: Quarto potere, L’orgoglio degli Amberson, Macbeth, Otello, Rapporto confidenziale, L’infernale Quinlan, Il processo e F come Falso. E l’Italia non sarà la sola a celebrarne la grandezza. Alla sezione Cannes Classic del festival di Cannes verranno infatti mostrate per la prima volta tre pellicole restaurate (Quarto Potere, Il terzo uomo e La signora di Shanghai) e due documentari inediti.
Tutto ciò come a voler rispondere ad una piccola e semplice domanda: può un ventiseienne attore di teatro cambiare il mondo? A giudicare dalle celebrazioni può. Ed Orson Welles ne è la dimostrazione lampante.
Davide Trovato