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L’unico 4 luglio che ci interessa è il natale dell’Eroe dei due mondi

by Alberto Celletti
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4 luglio nascita Giuseppe Garibaldi

Roma, 4 lug – Il 4 luglio 1807 nasceva Giuseppe Garibaldi, ma probabilmente sono in molti a non saperlo o peggio ancora a non volersene interessare. Nell’immaginario collettivo la data è collegata solo alla dichiarazione d’indipendenza americana, perché si sa, il padrone ammaestra sempre i sottoposti a celebrare il suo completanno e cercare di far dimenticare i propri natali, affinché l’operatività e l’ubbidienza non si arrestino mai. Su Garibaldi, poi, vige anche lo sviluppo di un messaggio volto quasi a criminalizzare il valore del personaggio, con la curiosa discrasia tra lo “stigma” italiano e l’esaltazione straniera. Il condottiero nizzardo, insomma, da diversi decenni per molti italiani è una specie di vergogna, mentre per gli stranieri è considerato un mito della storia. Chissà come mai…

Il 4 luglio, la nascita di Garibaldi, irruente eroe italiano

Lo stesso modo con cui è stato soprannominato dovrebbe dire molto: “Eroe dei due mondi”. Così era conosciuto il patriota italiano, e per ovvi motivi. Garibaldi fu un rivoluzionario a tutto tondo, addirittura di livello internazionale e non solo italiano, considerata la sua lotta per l’autodeterminazione in Sudamerica, nella fattispecie nel Rio Grande in Uruguay, protagonista sia nella Guerra dei Farrapors chee nella Guerra civile uruguaiana. Garibaldi è l’uomo tutto d’un pezzo, Garibaldi è il generale. L’unico ad aver recitato un ruolo vincente, in pratica, nelle faticosissime guerre d’indipendenza (la seconda e la terza) combattute dal Regno di Sardegna prima e dal neonato Regno d’Italia poi. Talmente irruente da provare a prendere Roma ben prima che lo scenario fosse plausibile, nell’agosto 1862, quando il condottiero si mise in testa di espugnare la capitale creando non poche rogne a Torino, considerata la presenza a difesa del residuo Stato pontificio dell’esercito francese di Napoleone III.

Mentre gli americani provano ad “ammaestrarci”…

Non è che l’operazione abbia avuto chissà quale successo, questo va detto (agli italiani non interessa sostanzialmente nulla del 4 luglio americano), ma è indubbio che i padroni abbiano provato più volte, soprattutto attraverso il cinema, ad “estendere” la mitologia della propria indipendenza datata 4 luglio 1776. Ed è indubbio come nella cultura mainstream essa abbia molta più diffusione sia del nostro 17 marzo 1861 (nascita del Regno d’Italia) che del 4 novembre 1918 (Vittoria nella prima guerra mondiale). Per dare un’idea di come la questione provi ad essere introiettata, si pensi al titolo di un articolo di qualche tempo fa pubblicato sul sito web cinematografico Film.it: “Dieci film per celebrare l’indipendenza Usa”.

Verebbe quasi da sottolineare l’ovvio, e cioè che l’ “indipendenza Usa” sia una questione “degli Usa”…Comunque, il mito americano pervade il grande e il piccolo schermo nei modi più “pop” possibili, dall’azione pura alla fantascienza, se si pensa a titoli come il popolarissimo Top Gun (1986) e Indipendence Day (1997). Nel secondo addirittura il 4 luglio diventa una sorta di data di liberazione mondiale, visto che la trama si articola attorno agli Stati Uniti come Paese guida della ribellione terrestre contro l’invasione aliena…beh, di sicuro niente che contrasti con la globalizzazione.

…l’Eroe viene dimenticato

Di Garibaldi oggi si parla molto poco, se non per rilanciare le sciocchezze neoborboniche, ovviamente in chiave critica e ovviamente solo in Patria. Quasi nessuno in Italia si pone il problema del perché ci sia questa incredibile differenza tra la reputazione che il generale ha suscitato all’estero e le discussioni infinite e talvolta veramente sciocche partorite nella penisola. Il nome dell’Eroe dei due mondi ha risuonato talvolta anche nelle parole di protagonisti del mondo dello spettacolo, se si pensa a ciò che disse Daniel Radcliffe, all’epoca stella mondiale protagonista di Harry Potter, proprio riguardo Garibaldi, che definì il suo “eroe preferito”. Non si tratta di disconoscere eventuali criticità dell’uomo, più o meno accese. Semplicemente, la mitologia è tale e semplifica puntando sugli aspetti valorizzanti di un personaggio che ha fatto la storia, come ebbe a sottolineare Marcello Veneziani in un libretto, Alla luce del mito, che molti dovrebbero leggere. Radcliffe è citato proprio perché difficilmente qualcuno potrà inquadrarlo come un fine storico (siamo ovviamente un po’ sarcastici), ma una persona estremamente comune che però, dal mito italiano viene investito in pieno. A differenza degli italiani di oggi.

Alberto Celletti

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