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L’ultimo delirio: le quote rosa in Commissione Ue

by La Redazione
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Ursula Von der Leyen

Roma, 26 ago – Non bastavano le quote rosa più volte lanciate nella politica italiana come in quella estera, anche sul fronte europeo sembra assolutamente fondamentale adeguarsi pena la morte per mancanza d’ossigeno. Non si respira senza quote rosa, e Il Post non poteva che lanciare il tremendo allarme. Quello di aver “ignorato” la raccomandazione del presidente Ursula von der Leyen sulla necessità, per ogni Stato membro di proporre due candidati di sesso diverso.

Quote rosa in Commissione Ue: “Un problema di parità di genere”

La richiesta di Ursula è stata ignorata, ed è grave. Almeno, per taluni osservatori. Perché la raccomandazione era chiara: ogni Paese deve presentare due candidati per la Commissione, un uomo e una donna, perché bisogna recuperare il tempo perduto. Ovviamente a prescindere da competenze e capacità, ma solo sulla base del genere sessuale. Paritario in tutto, nel numero, la testa non conta. La Von der Leyen, durante il suo discorso del primo insediamento nel 2019, aveva infatti fatto notare che “dal 1958, ci sono stati 183 commissari; solo 35 erano donne, meno del 20 per cento“. Un dramma.

Attenti all’Europa patriarcale!

Potremmo lanciare un grido d’allarme simile, perché di limiti grossi alle emergenze inesistenti non è che ce ne siasno poi molti. Ci sarà chiaramente un profilo continentale oscuro e tetro, se le cose dovessero andare avanti così. Dunque urge una marcia indietro,. immediata e imperativa. Perché sono “solo cinque” i Paesi che hanno dato retta ad Ursula. E ciò non va bene…

Abbiamo già dato, grazie

Non nel senso che le abbiamo approvate in modo definitivo, ovviamente. Ma che il delirio ci ha travolto per anni. Non limitandosi solo alla politica ma rompendoci i timpani pure nel campo dello spettacolo, eventualità per fortuna rispedita al mittente in modo abbastanza rapido. La domanda che sorge spontanea è la seguente: il “problema di parità di genere” in salsa europea potrebbe rilanciare i deliri “pseudofemministi” in tal senso?

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