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“L’estate più fredda degli ultimi 20 anni”. Il Corriere “inciampa” contro la narrazione climatica

by La Redazione
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Estate fredda Corriere

Roma, 26 – L’estate è fredda, per l’edizione odierna del Corriere della Sera. Addirittura la più fredda degli ultimi vent’anni. Una notizia, consideando che solo il principale quotidiano italiano non è certamente “dissidente” su quella che, per così dire, è la narrazione catastrofista climatica tanto in voga nella cultura occidentale. Al punto da lanciare monitoraggi costanti sui “mesi più caldi di sempre”, rigorosamente aggiornati all’ultimo. Eppure…

L’estate fredda del Corriere e i climi “più caldi di sempre”

Il “di sempre”, si sa, domina da qualche anno. Ne abbiamo parlato proprio su queste pagine. Adesso non ci si limita semplicemente a dire – esempio ipotetico e non basato su numeri reali – “è il caldo maggiore mai registrato dal 1874”,  perché segnalare una data precedente significherebbe sminuire la narrazione catastrofista di cui sopra ed evidenziare che, anche in tempi remoti, si fossero già registrate temperature simili. Quindi, nessuna data precedente. Il calore che sentiamo oggi è sempre il più alto di tutti i tempi, evidentemente anche di quelli dei dinosauri. Ciò detto, l’estate fredda del Corriere altrettanto evidentemente “inciampa” sulla fine del mondo incombente (2030, secondo la profetessa Greta Thunberg). Non abbiamo idea del perché un giornale allineatissimo su ogni comunicazione “di regime” abbia messo addirittura in prima pagina (seppur in piccolo) l’articolo che è costretto a sostenere il contraio rispetto al terrorismo mediatico in corso da lungo tempo sull’argomento.

In ogni caso, conta poco: il principale quotidiano italiano prende atto della situazione e ammette che “era dal 2004, quando il solleone si presentò per meno di 25 giorni, che l’estate non si mostrava così fredda e anomala”. Dunque, la famigerata “data precedente” che ora è più o meno scomparsa ovunque (sui titoli e nei contenuti giornalistici, ovviamente).

Realtà versus propaganda

Già ad aprile il mainstream aveva dato prova del suo approccio delirante alla questione. Per molti era stato “l’aprile più caldo di sempre”, in evidente contrasto con le temperature e le giornate di sole registrate quotidianamente. Qualcuno tenta di uscire dal pantano, o meglio di non rimediare troppe figuracce, perché il fango in questione è palesemente “insuperabile” e non ci si può permettere di smentirlo. Così a voce bassa addirittura Fanpage, a fine maggio, aveva pubblicato una previsione esattamente opposta alla narazzione, parlando dell’estate in arrivo come “meno calda”. In ogni caso, è sempre motivo di leggerezza e ilarità dover leggere quanto, sull’argomento, la stampa dominante si dimostri talvolta così confusa. Dagli “allarmi degli scienziati” ala mestizia della constatazione del reale, insomma, è un passaggio piuttosto emblematico.

Aurelio Del Monte

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