Roma, 20 ago – Stellantis decide di dare l’ennesima prova di assoluta mancanza di rispetto dei lavoratori con una perla che ha dell’incredibile. O meglio, anche del “credibile” (perché davvero, alzi la mano chi pensava andasse diversamente), ma certamente la faccia tosta e l’arroganza della multinazionale in questione lasciano esterrefatti. La ditta automobilistica, ormai in piedi dal 2021, ha infatti promosso nell’ultimo anno l’ennesimo licenziamento o cassa integrazione di massa, coinvolgendo circa 15mila lavoratori, come riportato dal Giornale. Nessuno più che su queste pagine comprende la necessità di guardare anche alle “casse” dei datori di lavoro – anche perché, banalmente, senza entrate non mangia nessuno – ma l’azienda ha dimostrato ancora una volta il suo disprezzo per il “capitale umano” alle sue dipendenze.
Stellantis, bilanci negativi, a Tavares 36 milioni alla faccia dei lavoratori
Non crediamo esistano possibilità di attacchi “originali” contro Stellantis, visto che pensiamo di averli sinceramente esauriti. L’ultima è forse la peggiore di cui abbiamo avuto notizia negli ultimi anni. Non era facile, ma Carlos Tavares e compagni ci sono riusciti, incassando dopo un 2023 disastroso ben 45 milioni di stipendi, di cui 36 solo all’amministratore delegato e 4 a John Elkann. Di solito non riportiamo passaggi altrui, ma questo del Giornale merita menzione. Si legge: “Può un’azienda pagare 36,5 milioni di euro il proprio amministratore delegato dopo che nell’ultimo anno non ha fatto altro che ridurre la produzione, tagliare il personale e mettere gli operai in cassa integrazione?” La nostra risposta, come quella di chiunque abbia un minimo di onestà dentro di sé è: no, non può. Ed è vergognoso che gli venga permesso.
Un furto legalizzato
Un dirigente può guadagnare più di un operaio, ma questo si chiama in un solo modo: furto. Attuato pure con disprezzo e noncuranza per le intelligenze umane più basilari. Del resto, dalle chiacchiere intorno alla vicenda, la stessa azienda sembra consapevole, tra i suoi azionisti maggiori, di aver decisamente tirato troppo la corda. Una corda capace di “far salire il comunismo” anche al più acerrimo dei liberal-capitalisti. Ecco perché alcune fonti interne cominciano a ipotizzare che il mandato del portoghese potrebbe essere alla fine del suo corso. Come se non bastasse, lo stipendio di Tavares non è semplicemente “alto” visto lo stato di salute dell’azienda, ma un record assoluto per il settore automobilistico. Una vergogna simile non può passare inosservata, quanto meno a livello critico. Perché la politica disastrata di questo Paese, lo sappiamo, non muoverà un dito, e quel che è peggio non avrà mai il potere per farlo.
Stelio Fergola