Roma, 11 mag – Il futuro potrebbe essere costellato da medici stranieri, in un Paese, l’Italia, che perde sempre di più i propri cittadini, li fa scappare all’estero, non generando più figli e promuovendo lo sfruttamento del lavoro di chi viene da fuori. Un quadro tragico da qualsiasi punto di vista lo si guardi: identitario come economico e sociale.
I medici in fuga potrebbero essere rimpiazzati da stranieri
Il condizionale è solo un vezzo, sia chiaro. Perché, guarda un po’ che strano, anche il medico sarà magicamente presto un “lavoro che gli italiani non vogliono più fare”. Le regioni hanno di fatto aperto ai medici stranieri, nella situazione di assoluta disperazione in cui si trovano a causa della carenza di personale in atto ormai da anni, si può parlare di previsione concreta. Lo ha fatto la regione Calabria, lo sta facendo la regione Sardegna. Quest’ultima recluterà sia dottori che infermieri provenienti da fuori, sostanzialmente perché non è in grado di aumentare le paghe di chi, giustamente, cerca fortune all’estero. Così arriva un avviso pubblico per la costituzione di un elenco regionale dei professionisti disponibili e “in possesso dei requisiti per l’esercizio temporaneo delle professioni sanitarie di medico e di infermiere che intendano esercitare sul territorio regionale, secondo le attuali prescrizioni di legge”. Secondo l’assessore regionale della Sanità sarda Carlo Doria “i professionisti iscritti nell’elenco, che dovessero soddisfare i requisiti previsti, potranno all’occorrenza essere impiegati nella sanità pubblica e nelle strutture private accreditate, sanitarie e socio sanitarie, come le strutture residenziali per anziani, minori, psichiatriche e delle dipendenze che fanno parte della rete regionale, con incarichi provvisori per sopperire alle eventuali carenze e necessità assistenziali”.
Gli italiani non esisteranno più e per qualcuno c’è addirittura di che festeggiare
Ciò che avviene nella Sanità può essere esteso praticamente a tutto il mercato del lavoro, anche i settori attualmente non ancora coinvolti, visto l’andazzo generale. Non saranno soltanto i medici ad essere stranieri, esattamente come negli ultimi decenni non lo sono diventati solo gli ortolani, i gestori di alimentari, e quant’altro (per lo meno nelle grandi città) o i lavoratori nei campi. L’Italia che perde i pezzi grossi nel mondo dell’industria e della piccola e media impresa lo fa allo stesso modo nei vari settori dell’economia a prescindere dall’entità, che siano attività al dettaglio o professioni di pubblica utilità come quella di chi deve curare i malati. Sulla ragione di questo scempio anche gli immigrazionisti più ottusi dovrebbero guardarsi in faccia con assoluta vergogna, visto che il processo avviene solo ed esclusivamente per non aumentare gli stipendi su livelli degni (considerato anche il costo della vita sempre più alto) e per abbassarli ulteriormente in vari altri rami dell’economia. Non c’è alcuna ragione multicolore dalla quale sono così irrazionalmente attratti e su cui i loro padroni li circuiscono. C’è solo la voglia di sfruttare ancora di più e di abbassare ancora il costo e la competività. O quanto meno, mantenerlo sui bassi piani attuali. Lo Stato che non ha i soldi per pagare degnamente i medici, trovandosene sempre più privo, apre a chi accetta di vivere in condizioni sempre peggiori. Non c’è altro, se non la miseria. Anzitutto umana.
Stelio Fergola
2 comments
E i medici italiani, specialmente quelli bravi ma sopratutto i giovani, scappano da questa fogna di paese governato da incapaci , incapaci anche questo governo attuale che ha promesso un cambiamento e governa secondo le direttive di Soros & Co.
Quelli bravi, onesti, son quattro gatti, il 5% della razza micro felina… La maggioranza di questa risicata percentuale resta in patria appunto perché sa che può e deve far del bene per quello che è possibile. Ecco il motivo per il quale i pochi medici che hanno gestito intelligentemente e costruttivamente, rischiando del loro, l’ invasione del sino-virus devono essere premiati e rispettati senza indugio alcuno. Quelli che vanno all’ estero dubito che siano e tornino in buona fede. Salvo eccezioni che purtroppo non fanno la regola.