Roma, 4 apr – Lavoro minorile, l’ultima piaga d’Italia. Con l’impoverimento generale, situazioni che sembravano appartenere al passato si riaffacciano con prepotenza.
Lavoro minorile, il dato in Italia
Secondo quanto riporta l’Ansa, i numeri sono perfino impressionanti: circa 336mila tra bambini e adolescenti minorenni hanno o hanno avuto esperienze di lavoro. La relazione dimostra l’alto coinvolgimento dei giovanissimi nel circuito lavorativo. Quasi il 40% dei minori e giovani adulti. Inoltre, più di un mimore su dieci ha iniziato ad essere impiegato all’età di 11 anni, o addirittura prima. Di notevole preoccupazione anche la natura delle attività, considerate dannose per lo sviluppo er per il benessere psicofisico. La ristorazione è il settore che domina nell’impiego di minorenni, costituendo il 25,9% del totale, seguida dai negozi e dalle attività commerciali con il 16,2%. Terzi sono i cantieri con il 7,2%.
Sintomo del sottosviluppo e della crisi
Il lavoro minorile in Italia riflette la situazione economica sempre più preoccupante del Paese, in via di dendustrializzazione da decenni. Oltre ad essere un ostacolo enorme per una eventuale ripresa: i minori che lavorano prima dell’età legale, infatti, compromettono i loro stessi percorsi di crescita, sia educativa che nelle attività economice. Secondo l’Istat, la quota dei giovani 18-24enni ‘dispersi’, è sopra la media europea, attestandosi sul 1,7% totale contro il 9,7% continentale. Cosa si intende per “dispersi”? Semplicemente, i ragazzi che escono dal sistema scolastico senza aver conseguito alcun diploma o qualifica. Insomma, la situazione è tutt’altro che rosea, e il futuro per ora non promette nulla di buono.
Alberto Celletti
2 comments
Tutto da verificare… ragazzoni di 15 anni che lavorano un po’ male non fa visto che i minorenni posso fare tutto quello che gli pare tranne che lavorare…
Che dire, cosa fare? “Emigreranno” restando in Italia, dovranno essere accolti a braccia aperte poiché saranno senz’altro meno ciula di buona parte dei loro odierni coetanei meno fortunelli. Esiste sempre l’ altra faccia della medaglia, basta volerla dare intera.