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Lavorare per 400 euro al mese: l’offerta dei Beni Culturali ai giovani

by La Redazione
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ArcheologiaRoma, 19 gen – Ha creato tensioni, malumori e tanta rabbia. Stiamo parlando del bando promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e pubblicato il 29 dicembre 2015 per l’assunzione di giovani volontari dai 18 ai 28 anni non ancora compiuti che lavoreranno in forma quasi gratuita per 9 mesi (fino al termine del Giubileo della Misericordia) in musei e siti archeologici italiani e che aderiranno al progetto Giubileo della Misercordia – Archeologia in cammino inerente al settore del Patrimonio artistico e culturale e più precisamente all’ Area di intervento e di Valorizzazione del sistema museale pubblico e privato.

Ma di cosa si tratta? Proviamo a capirlo leggendo più precisamente il Bando pubblicato sul sito ufficiale del Ministero: possiamo leggere come coerentemente con quanto dichiarato dall’art. 1, comma 1, lettera d) della legge 6 marzo 2001 N.64, l’obiettivo del progetto è implementare ed ampliare la conoscenza e la fruizione dei beni culturali, artistici e architettonici del Municipio Roma I, in particolare dell’area Archeologica Centrale e del Municipio Roma X, in particolare dell’area di intervento prescelta evidenziata nel precedente punto 6, da parte dei Pellegrini in transito nei “ Cammini” e di visitatori, turisti, studiosi, promuovendo il miglioramento quantitativo e qualitativo delle informazioni a disposizione degli utenti attraverso l’utilizzazione di canali di promozione sia standard sia di nuova generazione su supporti telematici, nonché, infine, impegnandosi direttamente nell’organizzazione di eventi di promozione significativi e di visite guidate presso siti difficilmente accessibili e solitamente chiusi al pubblico. Accanto a tutto ciò leggiamo come il Ministero consideri la possibilità di : “Sopperire alla ancora insufficiente offerta e varietà e al modesto numero di eventi legati alla promozione della cultura archeologica e all’insufficiente sostegno divulgativo all’organizzazione di una serie di iniziative che possano garantire una concreta e approfondita diffusione del patrimonio culturale di rilievo presente nella Soprintendenza del Colosseo anche attraverso il coinvolgimento di altri Enti territoriali e di eventuali parters profit della filiera del turismo”.
Sempre secondo il Bando ogni volontario affiancato e coordinato dal responsabile di ciascuna sede interessata, dall’Operatore Locale di Progetto e dalle figure professionali via via coinvolte, diventerà parte integrante del personale che realizzerà gli interventi previsti nel progetto. La preparazione allo svolgimento delle attività avverrà tramite gli incontri di formazione specifica.
In particolare, a partire dall’inizio del programma i volontari supporteranno le risorse umane coinvolte nelle seguenti azioni: vigilanza del patrimonio museale all’interno dei locali espostivi e nelle aree di pertinenza del museo, accoglienza del pubblico fornendo la prima informazione, svolgendo funzioni connesse all’accesso del pubblico.

E quali sarebbero i criteri di selezione per poter aderire al Progetto? Facile! Attraverso procedure selettive e l’inserimento in apposite graduatorie secondo i seguenti principi: accertamento dei requisiti di ammissibilità, la valutazione titoli, colloqui e la relativa approvazione e pubblicazione graduatorie.
Per quanto concerne le procedure selettive, dopo l’acquisizione delle domande pervenute, si procederà alla costituzione della Commissione per la selezione, anche articolata in sottocommissioni territoriali, composta da Dirigenti e funzionari MiBACT, alla dichiarazione di non ammissione alla selezione dei candidati privi dei requisiti ed alla valutazione dei titoli e del Curriculum Vitae dei candidati che siano risultati in possesso dei requisiti richiesti, ai colloqui individuali con i candidati ammessi in possesso dei requisiti richiesti in numero pari a tre volte il numero dei volontari previsti dai singoli progetti, alla redazione delle graduatorie sulla base del punteggio finale dato dalla somma dei punteggi ottenuti nel colloquio e nella valutazione dei titoli ed alla pubblicazione delle graduatorie sul sito internet ufficiale del MiBACT. colosseo

Sin qui tutto chiaro, si fa per dire, ma quali sarebbero concretamente le condizioni di servizio e gli aspetti organizzativi? Il numero ore di servizio settimanali che i volontari devono assicurare sono 30 ore totali, con 5 giorni di servizio a settimana accanto alla realizzazione (eventuale) delle attività previste dal progetto in giorni festivi e prefestivi. Non solo, ma i volontari coerentemente con le necessità progettuali dovranno essere disposti a garantire una flessibilità oraria in caso di esigenze particolari, una disponibilità alla fruizione dei giorni di permesso previsti in concomitanza della chiusura della sede di servizio (chiusure estive e festive) una partecipazione a momenti di verifica e monitoraggio, nonché alle attività volte alla certificazione delle competenze, una frequenza di corsi, di seminari e ogni altro momento di incontro e confronto utile ai fini del progetto e della formazione dei volontari coinvolti, anche nei giorni festivi, organizzati anche dagli enti partner del progetto, una partecipazione a supporto di attività dell’Ente e degli enti partner, anche in giorni prefestivi e festivi e ad osservare e garantire la riservatezza dell’ente e della privacy di tutte le figure coinvolte nella realizzazione del progetto.
Accanto a tutto ciò come se non bastasse, si richiedono espressamente ottime capacità relazionali, autonomia organizzativa, pregressa esperienza nel settore specifico del progetto presso organizzazioni di volontariato, buona conoscenza di una o più lingue straniere, spiccata disposizione alle relazioni interpersonali e di gruppo, capacità comunicative e dialogiche, conoscenze informatiche e conoscenza della suite Microsoft Office o similari, dimestichezza nell’uso di Internet, oltre che, ovviamente, diploma di scuola media superiore o studi universitari attinenti.
Tutto questo per un compenso mensile di 433,80 Euro, circa 14 euro al giorno, vitto e alloggio compresi, come previsto dalla relativa legge.

Se da una parte molti giovani disoccupati si sono aggrappati, nonostante il compenso irrisorio e assolutamente non congruo alle richieste, alla mole di lavoro e alle responsabilità connesse, a questa possibilità di impiego sperando di poter finalmente iniziare il proprio percorso lavorativo, pur trattandosi di una collaborazione non destinata a tramutarsi in un impiego vero, dall’altra parte si scatenano i professionisti che leggono in questo progetto l’ennesimo tentativo di sfruttare la contrazione del mondo del lavoro e l’esasperazione dei giovani disoccupati italiani per poter sottopagare e nel contempo incrementare il processo di svalutazione della qualifica professionale della singola persona: stiamo parlando della pratica tanto in voga di sostituire il lavoro svolto da professionisti del settore con quello dei volontari.

Vanessa Bori

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2 comments

Anonimo 19 Gennaio 2016 - 11:47

Facciamo un ripasso dal 1927 a ciò che vediamo oggi
https://www.youtube.com/watch?v=Pc6xRrahV3g

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la mori 21 Gennaio 2016 - 11:43

Su questo bando non riesco a darmi pace. Già il bando precedente, che prevedeva 60 posti per nove mesi a 1000 euro, non è di certo la grande svolta che il Ministero vuol far credere: 1000 euro al mese per professionisti, che hanno studiato, che si sono specializzati, che spesso hanno più titoli di studio; e si richiede anche votazioni alte (ma poco tempo fa proprio un altro ministro non aveva che i giovani non devono preoccuparsi dei voti ma di finire gli studi in fretta?!). 1000 euro al mese li portano a casa operai e commesse che fanno sei ore al giorno, e hanno dei contratti a tempo indeterminato, con tutele, ferie, malattie, ecc.. Le professioni nei BC evidentemente continuano a non essere ritenute vere professioni. E poi arriva questo! Io ci sono rimasta di sasso. Davvero pensano che è così che risolveremo il problema dei beni culturali? E magari anche quello dei disoccupati, più o meno giovani, di questo settore? Finiti i nove mesi saranno tutti di nuovo a spasso, assunti a tempo determinato e volontari, e i siti archeologici e i beni culturali interessati torneranno al “normale disinteresse”. Serve un cambiamento profondo, radicale, di mentalità, a partire dal ministero stesso.

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